A volere Paolo Berdini fuori dalla luminosa via verso lo Stadio della Roma, necessaria al Movimento 5 Stelle anche per aprire alleanze politiche e rapporti finanziari vitali in tempi di elezioni nazionali, sarebbe addirittura lo stesso Beppe Grillo. L’ordine di spingere alle dimissioni l’assessore all’urbanistica di Roma sarebbe stato impartito dall’alto alla sindaca Virginia Raggi, stando ai rumors di fonti qualificate di Palazzo Senatorio.

Un diktat talmente pesante che già qualcuno ieri dava per certo il rimpasto di giunta e avviata la ricerca del sostituto. Ma fare fuori Paolo Berdini, forse l’urbanista italiano più esperto del sacco edilizio di Roma, non è cosa semplice. E forse neppure troppo popolare, anche se il tornaconto populista potrebbe puntare, per rilanciare l’immagine di una giunta immobile da cinque mesi, sulla costruzione dello Stadio della Roma. Al quale però l’assessore Berdini non si oppone, anche se mantiene un secco no ai 650 mila metri cubi di cemento e acciaio dei tre grattacieli del business park di James Pallotta.

Ieri il nome più gettonato – e quindi già bruciato – era quello di Emanuele Montini, pentastellato esperto di urbanistica, vicino al vicesindaco Daniele Frongia, ma inviso a una parte del Movimento per il suo passato nella giunta Rutelli. Ma dopo qualche ora, pur nel silenzio totale che continua ad avvolgere le stanze della sindaca Virginia Raggi, si sono levate alcune voci di smentita. «È tutto a posto», ha assicurato il presidente pentastellato dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito. E il suo vice, Enrico Stefano: «A quanto mi risulta Paolo Berdini fa parte della giunta e sta continuando a lavorare». A margine della seduta, in Aula anche il capogruppo dei consiglieri a 5S, Paolo Ferrara, giura: «Se stiamo pensando a Emanuele Montini come successore di Berdini all’assessorato all’Urbanistica? Non mi risulta, stiamo lavorando. Se stiamo pensando già a un sostituto di Berdini? Assolutamente no».

Anche l’associazione costruttori edili di Roma e Provincia, si è schierata contro l’epurazione: «A noi serve un interlocutore stabile e competente e Paolo Berdini lo è», ha sottolineato il presidente dell’Acer, Edoardo Bianchi. «Come Acer – ha spiegato Bianchi – siamo preoccupati. Siamo pro Berdini, sia perché se ogni quattro mesi cambiamo assessore ricominciamo da zero, sia perché è un urbanista di navigata esperienza, con una visione dei problemi a tutto tondo. Non è l’ultimo arrivato, conosce e ha praticato questa materia. Lui aveva partecipato alla nostra assemblea e ci aveva proposto che da lì a breve avremmo discusso di un patto. Ora – conclude il presidente dell’Acer – ci chiediamo cosa succederà».

Chi lo conosce bene, come Sandro Simoncini, docente di urbanistica all’università la Sapienza di Roma e presidente di Sogeea Spa, spiega che «la delega urbanistica a Berdini ha costituito un importante segnale di discontinuità rispetto al passato» avendo «sempre condotto battaglie contro la cementificazione, con un occhio particolarmente attento alle periferie . Non ci si può certo sorprendere che possa avere avanzato dubbi sulle cubature del nuovo stadio di Tor di Valle o su quelle del progetto di dismissione dell’ex Fiera di Roma».