Gli incendi nel Pantanal hanno «assunto proporzioni gigantesche». E il fatto che a dirlo sia lo stesso ministro dell’Ambiente Ricardo Salles – allergico a ogni misura di protezione ambientale e stretto alleato dei fazendeiros «costretti a disboscare per poter usufruire della loro proprietà» – dà l’esatta misura della tragedia.

Secondo l’Istituto nazionale di ricerche spaziali, tra il primo gennaio e il 12 settembre il numero dei roghi nella regione è aumentato del 210% rispetto allo stesso periodo del 2019 (da 4.660 a 14.489). Le fiamme – di origine dolosa, secondo le perizie condotte dalla polizia federale – hanno già divorato il 15% di quella che è la più grande zona umida del mondo, situata in gran parte in Mato Grosso e in Mato Grosso do Sul e abitata da un numero impressionante di specie di flora e di fauna, tra cui 263 specie di pesci, 463 di uccelli e una popolazione di coccodrilli stimata dai 15 ai 50 milioni di esemplari.

Una regione in cui è difficilissimo contrastare gli incendi, giacché non esistono strade e appena piccole barche possono circolare nel labirinto di corsi d’acqua.

Solo in Mato Grosso do Sul, dove i popoli indigeni sono stati già duramente colpiti dal Covid-19, più di 1 milione e 400mila ettari sono andati in fumo, spesso dinanzi agli occhi attoniti di pompieri impotenti, uno dei quali, Wellington Fernando Peres Silva, è morto per le ustioni riportate sull’80% del corpo. Mentre in Mato Grosso, già molto provato dalla pandemia, con quasi 110mila casi di contagio e oltre 3mila morti, gli incendi hanno distrutto l’85% del Parco Encontro das Aguas, noto per la più alta concentrazione di giaguari al mondo.

La perdita di biodiversità è devastante. Benché un’équipe di veterinari lavori instancabilmente per portare gli animali in salvo, dappertutto si incontrano cadaveri di uccelli, giaguari, caimani, cervi, formichieri.

«Con le zampe ustionate e divorati dalla sete, soccombono al dolore e muoiono», ha scritto il fotografo João Paulo Guimarães dopo essersi imbattuto nel corpo senza vita di una jaguatirica (o gattopardo americano), morta mentre tentava di sfuggire alle fiamme. «Nessuno vorrebbe vedere così da vicino la morte che il fuoco ha portato nel Pantanal. Io l’ho vista. Ho visto la fine di tutto in uno dei biomi più ricchi e più belli del pianeta». E ha concluso: «Il Pantanal è solo un altro dei crimini impuniti nella lista interminabile di questa amministrazione», la quale deve già rendere conto delle oltre 134mila vittime del Covid-19.