Ieri mattina,quando il consiglio dei ministri ha confermato l’abolizione del «bonus maturità» nel Decreto scuola, gli 84.165 iscritti ai test di ammissione per le facoltà di Medicina e Chirurgia erano ancora in aula, alle prese con Don Chisciotte in spagnolo, le ere geologiche e il Fondo Monetario Internazionale. Circa 15 mila matricole in più dell’anno scorso. Un dato in continua crescita da quando la facoltà è ad accesso programmato e la crisi ha fatto tornare più desiderabile la professione medica.
Si trattava di rispondere, in cento minuti, a 60 quesiti con 5 opzioni di risposta su argomenti di cultura generale (5 domande), ragionamento logico (25), biologia (14), chimica (8), fisica e matematica (8). Rispetto al 2012 sono diminuite le domande di cultura generale a favore di chimica, fisica e biologia. Molti si sono preparati in’estate, per alcuni era il secondo, terzo, quarto tentativo. E a questo si è aggiunto lo stress da percentile. Il bonus, il numero chiuso, le irregolarità, un’unica giornata in tutta Italia per sostenere la prova (fatta eccezione per la Cattolica, dove i test si svolgeranno il 16) e una possibiltà su 7 di passare: questi motivi, che hanno spinto alla protesta gli studenti della Sapienza (dove c’erano in palio mille posti tra Medicina e Odontoiatria) e di tutta Italia.
Alla Sapienza ieri c’erano 8400 candidati per 998 posti per entrare a Medicina. Per primi hanno protestato gli studenti del coordinamento universitario Link. Per loro il numero chiuso bisogna abolirlo: «Fra 10 anni in Italia non ci saranno più dottori sufficienti per le nostre strutture sanitarie. Valutare l’attitudine di una persona a una professione da cui dipende la vita degli altri con delle risposte multiple date in un’ora? Un’assurdità», dice Grazia. Il discorso va esteso anche alle specializzazioni, come fanno intendere numerosi striscioni : «Volevo fare psichiatria/ oculistica/pediatria, ma ho trovato chiuso».
Condividono i motivi della protesta Erika e Valentina, giunte al terzo tentativo: «Poche ore in uno stato di stress ti compromettono l’esistenza». Rincara la dose l’amica, che ha già provato a Veterinaria la scorsa settimana : «Ci rovinano i sogni, ma non sarebbe più corretto il semplice sbarramento, come avviene in Francia?». A proposito di estero: negli ultimi anni, nei giorni dei test compaiono davanti alle facoltà sempre più numerosi pr che propongono corsi di medicina online, con laurea finale in Spagna o in Romania, di dubbia qualità e al costo di migliaia di euro.
Mentre il rettore della Sapienza Luigi Frati augurava il suo in bocca a lupo agli studenti, è iniziato il flash mob dell’Udu: «Divieto d’accesso al futuro». Trepidanti almeno quanto i figli, anche tanti genitori indignati per i criteri e il funzionamento dei test. Giovanni, campano ha accompagnato sua figlia Sara: «Scegliere una facoltà è diventato un lusso».
Nemmeno a Napoli, dove la viabiltà ha risentito del panico da quiz, le associazioni studentesche sono rimaste a guardare: i manifestanti hanno affisso striscioni e distribuito volantini agli oltre 5 mila ragazzi che sono arrivati in via Cinthia per conquistare uno dei 413 posti messi a disposizione dalla Federico II. Sono invece 2571 gli aspiranti medici che si sono presentati al Palabarbuto e al Palapartenope per entrare alla Seconda università di Napoli (440 i posti a concorso).
A Padova, dove si contano 3616 iscritti per soli 420 posti, lo striscione contro il numero chiuso recitava «C’era una volta il test…cose da far West».
All’uscita dalle prove il clima era più disteso, non solo per l’abolizione del bonus. Debora di Roma commenta: «Io sono uscita con 100, per me sarebbe stato un vantaggio beneficiare di altri 9 punti. È la terza volta che provo, ma rispetto agli altri anni l’ho trovato più fattibile, forse per l’esperienza», sorride. Ma l’unica che ieri, fin dalle otto di mattina, scommetteva sulla cancellazione dei bonus era Valentina, di Lecce, che affrontava il quiz per la prima volta: «Una misura ingiusta, fa partire comunque alcuni in condizioni di svantaggio, capovolgendo i risultati ottenuti negli anni delle superiori. Ma lo aboliranno perchè l’idea per l’anno prossimo è quella di anticipare i test ad aprile, prima di ottenere i voti finali». Se Valentina avesse ragione, la battaglia sui bonus e i criteri di ammissione a medicina sembrerebbe tutt’altro che conclusa.