Amira Hass, storica corrispondente di Haaretz dai Territori palestinesi occupati, spiega ai lettori la legittimità delle richieste presentate dalla delegazione palestinese ai negoziati del Cairo, terminati ieri senza alcun risultato. «Aprite il valico di Erez, subito», esorta la giornalista. «È una richiesta urgente per la delegazione palestinese al Cairo: non lasciate che gli israeliani ingannino voi e il resto del mondo con accordi per la gestione del valico di Rafah, per il colore delle uniformi indossate dai soldati di Mahmoud Abbas, quante unità, e quali debbano essere le modalità del saluto».

«A questo punto – prosegue – non insistete sull’aeroporto o il porto a Gaza. Focalizzatevi sul ripristinare il fondamentale, naturale, logico collegamento tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Insistete che venga immediatamente riattivata la libera circolazione dei palestinesi tra di loro (non solo pochi commercianti e alti funzionari). Questo dovrebbe essere il vostro principale obiettivo».
«La classe dirigente israeliana – ha spiegato Hass – i commentatori e la maggior parte della loro opinione pubblica considerano la richiesta di collegare la Striscia e la Cisgiordania come “ridicola”. Questa parola incarna l’arroganza aggressiva di Israele. L’Egitto ha giustamente paura dell’intenzione di Israele di riaffidargli la Striscia, i suoi abitanti e i suoi problemi. Approfittate di questa paura. Questo è quello che fin dal 1990 Israele ha cercato di ottenere – creare énclaves palestinesi, isolarle e trasformare la Striscia in un’entità politica separata».

La giornalista israeliana sottolinea anche il ruolo negativo svolto dai dirigenti dell’Autorità nazionale palestinese che, a suo dire … «hanno trascurato l’elementare richiesta che venisse rispettato il diritto alla libera circolazione. I dirigenti dell’Anp si sono accontentati del privilegio di poter passare per il valico di Erez… (Eppure) La separazione tra Striscia e Cisgiordania può essere revocata».

Hass sottolinea l’abilità nel combattimento mostrata dall’ala militare di Hamas. «C’è qualcuno che credeva che un’organizzazione palestinese avrebbe potuto pianificare una campagna militare che avrebbe mandato in confusione in questo modo il numero 1 degli esportatori di droni? Chi immaginava che un’organizzazione palestinese avrebbe potuto imparare dai propri errori nel 2008-2009 e sfidare la potenza militare di Israele?»… Tuttavia, aggiunge la giornalista israeliana rivolgendosi ad Hamas, «questa sorprendente capacità militare sarà inutile se non viene trasformata in un cambiamento del vostro modo di pensare sul piano civile. Avete riscoperto la Cisgiordania dopo che i vostri canali con l’Egitto si sono interrotti. Per cui siete passati al governo di riconciliazione. L’uccisione indiscriminata dei residenti gazawi da parte di Israele ha fatto rinascere in loro una presa di coscienza sull’Olp e sui palestinesi della Cisgiordania».

Secondo Hass «è il momento per chiedere: aprite il valico di Erez. Israele, al solito, griderà “Sos sicurezza”. Lasciatelo gridare. Non ci potrà essere sicurezza per Israele finché non riconosceranno ai palestinesi il diritto alla vita, e di vivere con dignità».
Infine rivolgendosi ancora ai delegati palestinesi, la giornalista li esorta a chiedere «che il mondo paghi il conto per le sue dichiarazioni. Tirate fuori tutte le relazioni della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’EU. Non vi è ricostruzione dell’economia palestinese, di Gaza, non c’è nessuna vita, finché la gente e le merci non potranno circolare liberamente. Questo comprende la possibilità di esportazioni da Gaza, studiare nelle università, pregare a al-Aqsa e mangiare l’hummus nella Città Vecchia. La possibilità di viaggiare da Nablus alla spiaggia di Beit Lahia».

«La Striscia – conclude – smetterà di essere un enorme campo di concentramento solamente quando ci vorrà un’ora di autobus tra Gaza e la Cisgiordania, al costo di 32 shekels andata e ritorno, con uno sconto per i bambini e per le famiglie numerose».

(traduzione di Carlo Tagliacozzo)