Avanza a Palermo tra i giallorossi la candidatura a sindaco di Franco Miceli: 70 anni, ex assessore ai Lavori pubblici delle giunte di Leoluca Orlando alla fine degli anni Novanta, attualmente è presidente nazionale dell’ordine degli architetti.
La segreteria del Pd di Palermo lo ha lanciato in modo quasi ufficiale. «Un ottimo nome, la prossima settimana lo incontreremo al Nazareno», spiega il segretario dei dem siciliani Anthony Barbagallo che ha sentito i vertici nazionali del partito. L’obiettivo è quello di un’alleanza con il M5S, la sinistra, forze civiche e mondo delle associazioni.

Via libera anche da Sinistra civica ecologista che parla di «candidatura autorevole e prestigiosa, in grado di contribuire alla definizione di una coalizione credibile, senza le ambiguità del cosiddetto “campo largo” su cui abbiamo già espresso la nostra indisponibilità».

Nei giorni scorsi Miceli ha visto a Roma Giuseppe Conte, accompagnato dal senatore Steni Di Piazza. Un incontro definito «proficuo», utile soprattutto per conoscersi. Conte non si è pronunciato in modo ufficiale, e dentro il Movimento non tutti i nodi sono risolti. Critico il deputato dell’Ars Giampiero Trizzino, il cui nome gira da tempo proprio per la corsa a sindaco: «Un nome autorevole ma mai discusso dentro la coalizione. Chi ha tirato in ballo Miceli in questo modo – ha detto – non ha fatto un buon servizio né alla coalizione né, tantomeno, a lui. Più che giocare al toto nomi mi piacerebbe che ai palermitani si cominciassero ad offrire soluzioni ai problemi della città». Critici anche i giovani dem che parlano di «una scelta fatta da chi guida il partito da venti anni nel chiuso di una stanza». «Perché dovremmo puntare su esperienze passate?», la loro domanda.

Eppure tutti e 8 i segretari dei circoli Pd di Palermo tifano Miceli: «Ha le competenze per avviare quel progetto di transizione ecologica alla base del Pnrr, contribuendo alla crescita sociale ed economica della città».
Miceli, un passato a sinistra come dirigente del Pds, non ha ancora sciolto ufficialmente la riserva. Nel M5S ci sono ancora parecchie resistenze a favore di Trizzino (che avrebbe il sostegno di Luigi Di Maio). Giancarlo Cancelleri, già candidato alla guida della Regione nel 2017 e vicinissimo al ministro degli Esteri, propone di «congelare le candidature» e concentrasi sulla coalizione «da allargare oltre lo schema del governo Conte 2».