Cimitero chiuso per troppi cadaveri in arrivo, i cadaveri dei migranti. O meglio «chiuso per rischi igienico-sanitari». È a Palermo, il cimitero dei Rotoli. L’arrivo dei corpi dei 52 migranti morti nell’ultima tragedia del mare ha mandato in tilt il più grande camposanto cittadino, sempre, a dire il vero, al limite del collasso. Ma stavolta ai problemi di gestione ordinaria si aggiunge la straordinarietà delle salme arrivate la scorsa notte con il pattugliatore svedese Poseidon, approdato al porto con a bordo, oltre ai cadaveri, 571 persone.

Terribili i racconti dei profughi appena sbarcati, come Abdel, 25 anni, picchiato dagli scafisti con un bastone e accoltellato da un altro passeggero per aver tentato di conquistarsi un buco da dove respirare nella stiva o come Hsna, madre 45enne, di quattro figli che parla di «un viaggio della morte» e stringe tra le braccia il figlio più piccolo, Abdu. O come Mahdi, chirurgo ortopedico a Baghdad, che racconta di aver pagato 3mila euro per poter far accedere al ponte superiore la moglie Hend e il figlio di due anni. Una decina di sospetti scafisti sono finiti in arresto, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina e omicidio plurimo.

I 52 morti soffocati sono per il momento rimasti chiusi in sacchi di plastica ammassati in un container refrigerato visto che al cimitero, che resterà chiuso due giorni, c’è un’unica cella frigorifera che può ospitare al massimo cinque salme. I corpi vengono poi spostati in un locale dei Rotoli per l’ispezione cadaverica e l’autopsia, delegate dalla Procura di Palermo che ha aperto un’inchiesta, a un pool di medici legali. Per il momento le temperature elevate rendono problematico anche lo scarico e carico delle salme dal camion. E problematico sarà anche dar loro sepoltura. Nel camposanto cittadino mancano loculi e campi di inumazione, tanto che l’amministrazione comunale ha già chiesto alla Prefettura di Palermo di verificare se altri cimiteri della provincia sono disponibili ad accogliere le salme per seppellirle.

I profughi sbarcati a Palermo arrivano da Siria, Sudan, Guinea, Palestina, Pakistan, Iraq, Bangladesh, Tunisia e Marocco. Avrebbero affrontato il mare a bordo di due barconi poi soccorsi dal Poseidon. Grazie alle loro testimonianze la polizia ha fermato 10 scafisti. I superstiti hanno raccontato i «ruoli» assunti dai dieci: alcuni si occupavano di governare i barconi, altri della distribuzione dell’acqua ai soli migranti in coperta e del mantenimento dell’«ordine a bordo»