«Andremo avanti, in parlamento e fuori perché la battaglia è da fare ora contro l’1% che durante la crisi si è arricchito e a favore di buona parte di ceto medio e famiglie operaie che devono usare la 13esima per pagare l’Imu sulla casa ereditata dai padri perché non riescono a venderla». Giovanni Paglia risponde «dopo le 5» perché a quell’ora finisce di lavorare in banca dove è tornato dopo l’esperienza da parlamentare. Ora è responsabile economico di Sinistra Italiana e con Nicola Fratoianni ha scritto il testo dell’emendamento bocciato ieri dalla commissione Bilancio della camera.

Il responsabile economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia

Paglia, l’emendamento è stato dichiarato inammissibile per «carenza o inidoneità della compensazione». Una motivazione comica…
Sì, in pratica la commissione Bilancio e la Ragioneria dello stato ci dicono che tutto il polverone sollevato dalla destra – “Mettono le mani nelle tasche degli italiani” – era finto. Sostengono che c’è un saldo negativo fra l’abolizione del gettito Imu sulle seconde case – che è certo – e il gettito della nuova imposta progressiva che proponiamo – che è incerto. È chiaro che non è una risposta seria perché significa ammazzare la politica: io ho stimato, tenendomi basso, in 10 miliardi il gettito, ma la Ragioneria dovrebbe dirmelo con maggiore precisione, non sostenere che è non è sicuro.

La decisione fa un favore alla maggioranza, divisa sul tema patrimoniale con una parte del Pd a favore e tutto il M5s contro…
In realtà credo che una robusta minoranza del M5s sia d’accordo ma il movimento è troppo impegnato a dividersi sui dettagli ed è invece monolitico quando si tratta di proposte serie.

L’ex consigliere renziano Tommaso Nannicini (Pd) sostiene che la vostra proposta abbia «limiti e difetti perché colpisce individui con dichiarazioni alte ma non tocca l’elusione, le multinazionali e i redditi improduttivi». E dice: «Se vogliamo fare una cosa di sinistra riformiamo il catasto».
Beh, la riforma del catasto è stata affossata in dirittura d’arrivo dal governo Renzi così come la tassazione sulle multinazionali attraverso il ruling fiscale (accordi preventivi fra stato e multinazionali, ndr). I redditi non c’entrano niente con la patrimoniale. Quanto alle opportunità di fare, chi critica ne ha avute più di noi. Che quest’estate siamo stati gli unici a chiedere di vincolare il prestito Fca alla tutela dell’occupazione. Come si vede la giustizia fiscale è fatta di tante cose.

Altri criticano il momento: siamo in mezzo ad una crisi fortissima e fra pochi mesi ci sarà la riforma fiscale. Qualche autocritica?
Proprio perché siamo in mezzo alla crisi all’articolo 1 chiediamo di abolire l’Imu sulle seconde case. All’articolo 2 mettiamo «un’imposta sostitutiva» sui patrimoni con una franchigia a 500 mila euro considerando il valore catastale delle case: per arrivarci serve una villa o una casa di lusso in centro storico e si tassa allo 0,2% solo la differenza. Poi l’aliquota sale progressiva oltre 1 e 2 milioni. Quanto alla riforma fiscale da 40 anni in ogni legislatura è stata votata una legge delega, mai portata a termine con un riordino complessivo. Se il governo ci riuscirà, complimenti. Il tempismo è quindi perfetto: scegliamo di colpire l’1% che si è arricchito durante la crisi, togliendo le tasse a molti.

Come andrete avanti dopo la bocciatura dell’emendamento? La sinistra sembra risvegliata dalla vostra proposta.
Faremo ricorso alla camera e se perderemo riproporremo l’emendamento al senato. La battaglia è appena all’inizio: ne faremo una proposta di legge e appena si potrà raccoglieremo le firme come proposta di legge di iniziativa popolare. In questi giorni siamo riusciti ad imporre un tema sentito da gran parte degli italiani.

La reazione dei media mainstream è stata molto negativa: in Italia parlare di patrimoniale è un tabù?
Anche la reazione dei partiti mainstream è stata contraria: appena si toccano editori o ricchi la difesa scatta subito. In realtà in Italia la patrimoniale non è un tabù: quando servono i soldi, si trovano subito. Fare un prelievo forzoso sui conti correnti di tutti avrebbe dato molto meno scandalo. Monti nel 2011 fece una patrimoniale con aliquota fissa colpendo lì sì il ceto medio con l’Imu anche sulla prima casa.