Temporale, soprattutto politico, nella città che da sempre è identificata da storici «foresti» (Giotto, sant’Antonio, Galileo). Stasera sono in programma due manifestazioni e Padova è già un «caso» sul fronte dell’immigrazione. Alle 19.45 giusto di fronte a palazzo Moroni e al Bo si è data appuntamento la maggioranza silenziosa convocata da Massimiliano Pellizzari, commerciante schieratissimo con il centrodestra che amministra la città da un anno in aperta polemica con magnifici commendatori dell’Università e lobby post-dorotee.
Alle 19 in piazza Garibaldi invece si sentiranno voci, ragioni e cuore di «Padova accoglie»: la cooperativa sociale Percorso Vita, la Casa dei diritti don Gallo, Arci, A braccia aperte, Beati costruttori di pace, Asu, Adl-Cobas, Mimosa, Ya basta, Legambiente, il centro sociale Pedro, Razzismo Stop e Anpi mobilitati da giorni in alternativa alla fiaccolata fascio-leghista.
È anche campagna elettorale, soprattutto per la Lega del sindaco Massimo Bitonci che cavalca a colpi di ordinanza il «respingimento» di chi è appena sbarcato. «Un’invasione, qual è quella di questi cosiddetti profughi che in realtà sono quasi tutti clandestini, non si accoglie, ma si respinge. È come se, quando avevamo i barbari alle porte, avessimo fatto loro strada invece di combatterli» tuona anche per replicare al vescovo Antonio Mattiazzo e alle cronache dell’Avvenire.
Sintomatica l’imbarazzante confusione che regna nel Pd, incapace di metabolizzare la sconfitta elettorale e il definitivo tramonto del «ventennio Zanonato». I giovani segretari Antonio Bressa e Massimo Bettin non hanno aderito all’appello lanciato da don Albino Bizzotto e da chi quotidianamente si preoccupa dell’accoglienza. Ed è ancora difficile da archiviare il proclama di Francesco Vezzaro, sindaco Pd di Vigodarzere, pronto a dimettersi se fossero arrivati i migranti di Lampedusa: esattamente in sintonia con Bitonci…
E stasera – diluvio permettendo – la fiaccolata si snoderà lungo le piazza e il centro storico per approdare sotto le finestre del prefetto Patrizia Impresa che è nel «mirino» insieme al governo Renzi.
Sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza dovrebbero essere alla testa del corteo «benedetto» dal governatore Luca Zaia in cerca di conferma nelle urne.
Poi partirà la manifestazione anti-razzista che ha incassato l’adesione politica dei consiglieri di Padova 2020, insieme a Sel e Rifondazione. Ma in piazza si vedrà di nuovo la «Padova degna» che serve la cena in piazza ogni estate, si offre volontaria quando la «sussidiarietà istituzionale» fa un passo indietro, accompagna chiunque abbia bisogno, resta fedele al diritto di cittadinanza. «La fiaccolata che vedrà in prima fila il sindaco rappresenta un’aggressione alla vera anima dei padovani, che è da sempre aperta, accogliente, solidale e fraterna, nonché un insulto ad una città volenterosa, che si vuole marginalizzare e immiserire con l’odio e la paura» affermano i promotori dell’iniziativa in piazza Garibaldi.
Padova, simbolo della Lega di lotta e di governo, sembra finalmente pronta a girare pagina. Ben al di là degli interessi elettorali di Alessandra Moretti e Flavio Tosi che infatti continuano a preferire i «meeting blindati»…