«Ho detto ieri pubblicamente che io ritengo che le privatizzazioni debbano continuare, questa indicazione verrà riportata nel Def che sarà approvato a giorni dal governo». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan tira dritto senza esitazioni nonostante la tensione con il Pd (ala renziana stretta, ma non solo) e e osservazioni di ieri della Corte dei conti. Perché, sostiene, le privatizzazioni servono non solo per affrontare la riduzione del debito «ma anche a esporre il management a pressioni importanti dal mercato, dal punto di vista dell’efficienza, della capacità di innovazione oltre che una diversificazione delle forme di finanziamento».

Di fronte alle commissioni competenti di Camera e Senato per l’audizione sulle nomine, Padoan ribadisce insomma quanto affermato il giorno prima anche nella riunione sulla manovrina e sul Def con i deputati dem. Incontrando anche un muro contro la revisione del catasto.

Il ministro insomma intende intende portare avanti il braccio di ferro, anche se contro le privatizzazioni interviene il presidente della commissione bilancio della camera, Francesco Boccia, sostenitore di Michele Emiliano alle primarie del Pd: «Imporre o prevedere la vendita frettolosa di gioielli di Stato a qualche mese dalla fine della legislatura è senza orizzonti industriali chiari non è una buona idea e rischia di essere un boomerang. Di questi temi si parla di solito quando c’è davanti un governo di legislatura. Ne riparliamo in aula», dice Boccia.

Da parte sua, nell’audizione Padoan ribadisce che il suo dicastero, sulle nomine, ha agito «in collaborazione con i ministeri di diretta pertinenza e con la presidenza del consiglio». Anche se più che altro ha dovuto dare seguito alle indicazioni di Matteo Renzi. Ma, ha assicurato il ministro dell’economia, le nomine nelle società partecipate sono state fatte in piena trasparenza e rispettando «l’equilibrio di genere» e tutti i candidati rispondono ai requisiti di «onorabilità, indipendenza e professionalità».
Sempre ieri la commissione finanze della camera ha ascoltato la direttrice dell’Agenzia delle entrate Rossella Orlandi: «Occorre una revisione del sistema del catasto» perché quello attuale non è più capace di cogliere le differenze di valore e «c’è un problema di equità».