«Per il 2017 si prevede, in assenza dell’acuirsi dell’emergenza migranti, una spesa di 4,2 miliardi di euro, al netto del contributo dell’Unione europea che è pari a circa 2,8 miliardi». Il preventivo è del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ieri è intervenuto al question time alla Camera. La stima attuale, ha poi ricordato Padoan, è stata pubblicata nel Def. Per quanto riguarda lo scorso anno «la spesa complessiva per la crisi dei migranti è di 3,6 miliardi, al netto del contributo dell’Unione europea». Per far fronte alle previsioni di spesa «ben superiori», rispetto a quanto stimato in precedenza, nel ddl di assestamento «sono stati previsti altri 600 milioni per l’accoglienza».

Ma ieri la giornata di Padoan è stata molto densa, a cominciare dal mattino, quando è intervenuto a un convegno di Confcommercio sull’evasione fiscale. In quell’occasione il ministro ha anticipato alcune linee guida della prossima legge di bilancio, insistendo sul nodo della riduzione del debito e sulla crescita: «La prossima legge di bilancio», ha spiegato, dovrà essere «basata sulla continua diminuzione del deficit e su un saldo primario positivo. Dobbiamo passare dalla stabilizzazione del debito alla sua riduzione con una velocità tale da non sottrarre risorse alle politiche per la crescita e l’inclusione sociale».

«Il debito va posto chiaramente su un sentiero di discesa», ha insistito Padoan. Ricordando le recenti stime di organismi nazionali e internazionali – Bankitalia, Upb, Fmi – il ministro ha poi aggiunto che «la crescita è più graduale degli scorsi cicli ma ha tre caratteristiche positive: è continua, non è sostenuta da un deficit in espansione e si accompagna a un incremento dell’occupazione». Questione, quest’ultima, su cui «siamo solo a metà strada, molto c’è ancora da fare per trasformarla in una crescita costante e strutturale».

Sul problema dell’occupazione, il ministro è tornato a mettere sul piatto gli incentivi alle assunzioni: «Le misure di decontribuzione selettiva per il lavoro giovanile – ha detto – rappresentano una leva importante. Sono interventi che devono essere permanenti».

Nodi, l’occupazione e la crescita, su cui Padoan è pressato non solo dal partito di maggioranza, il Pd, ma anche da Mdp, che ha annunciato di voler sostenere la prossima legge di bilancio solo se sarà di reale svolta su investimenti e lavoro.

Il ministro è poi intervenuto sullo scontro con la Francia su Fincantieri: prendendo atto con rammarico dell’orientamento del governo francese a esercitare il diritto di prelazione su Stx – ha scritto in una nota – Padoan ha sottolineato che «l’attuale esecutivo francese ha deciso di cancellare accordi già presi sulla presenza di Fincantieri nella compagine sociale di Stx. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad ascoltare le esigenze del nuovo governo, ma non c’è nessun motivo – ha dunque concluso – per cui Fincantieri debba rinunciare alla maggioranza e al controllo della società francese».

Tornando al nodo migranti, sul «contributo di emergenza» che l’Europa ha deciso di dare all’Italia – cento milioni di euro e una squadra di 500 tecnici per accelerare i rimpatri degli irregolari – si è espresso il quotidiano del Vaticano, l’Osservatore romano: «Solo briciole dall’Europa», recitava il titolo di apertura di prima pagina, «ben poco» sia per la «portata della tragedia», sia per gli «appelli a una strategia comune».
«Ieri (l’altroieri per chi legge, ndr) 13 morti in un nuovo naufragio al largo della Libia – ricorda il quotidiano – Quel che è sotto gli occhi di tutti, ma che pochi vogliono vedere, è il fatto che l’attuale situazione nel Mediterraneo richiede un approccio globale».