«Un inizio molto incoraggiante», dice il ministro Padoan alla fine dell’eurogruppo. Ma la reazione dei «falchi» è arrivata forte e chiara: «Vogliamo più crescita, ma non sia una scappatoia o un pretesto per non fare quello che ci serve», ha detto il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble con Olanda e Finlandia in scia. Padoan ha avviato la discussione con le priorità del semestre e oggi all’Ecofin presenterà un programma più dettagliato.

Più integrazione del mercato, riforme e investimenti strutturali: sono questi i tre pilastri che guideranno l’azione italiana. Ma se c’è «accordo sulle priorità», cioè crescita e occupazione, riforme e investimenti, il ministro ha registrato «divergenza sulle misure necessarie» per raggiungerle. In una parola, flessibilità. La sostenibilità del debito italiano «è fuori discussione, le nostre finanze pubbliche sono tra le più sostenibili dell’Ue, questo non lo dico io ma la Commissione».

Per Padoan «il carico fiscale resta molto elevato, bisogna farlo cadere compatibilmente con gli spazi di bilancio a disposizione». Stretti i tempi per l’intesa: a ottobre tutti i paesi devono consegnare le leggi di stabilità e senza «flessibilità» avranno ancora le mani legate.