Aveva detto che non avrebbe risposto al vice-presidente della Commissione Ue, il finlandese Jyrki Katainen, ma a tre giorni dalla «messa in sicurezza» temporanea della manovra, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è sbottato: «La finanza pubblica sta migliorando e questo è un fatto. La confusione tra fatti e illazioni sta diventando insopportabile» ha detto ieri a Salerno all’assemblea degli industriali.

«LA SITUAZIONE IN ITALIA non sta migliorando – aveva detto Katainen – la gente merita di conoscere la situazione per poi decidere liberamente ciò che vuole decidere». Parole sibilline che alludevano a un fatto: con la Ue il governo aveva concordato una riduzione del deficit strutturale dello 0.3% , dall’iniziale 0,6%. Con la legge di bilancio sembra che il governo si sia presentato ai suoi giudici europei con una riduzione solo dello 0,1%. Il perfido Katainen lo ha fatto notare con malagrazia. Il buco da circa tre miliardi non fa bella figura nel cerimoniale dell’austera Bruxelles. Ci passeranno una mano di vernice, ma il danno resta.

MENTRE IL SENATO approvava con 148 sì e 116 no la fiducia al Decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, dalla tolda del governo ancora sventolava la bandiera del Pil all’1,8%. L’«accordo tra gentiluomini» sul rinvio a primavera, per evitare scossoni agli ultimi mesi di Gentiloni, ha tranquillizzato gli animi. Ma la «lettera» da Bruxelles arriverà al prossimo governo saranno chiesti «chiarimenti» sul bilancio e l’assunzione di nuovi impegni. A palazzo Chigi dovrebbe esserci un altro inquilino. Se «commissariamento», o manovra «extra» sarà, sarà un problema suo e, elemento più importante, le elezioni saranno alle spalle. Tanto è bastato per ritrovare l’orgoglio patriottico nel ping pong autunnale: «È un politico falco – ha detto di Katainen il redivivo commissario per la «spending review», Yoram Gutgeld – È stato premier in Finlandia fra il 2011 e il 2014. In quel periodo il Pil del suo Paese scende del 2,7%». Insomma chi di Pil ferisce, di Pil perisce. E ancora: conti e Pil dei paesi tuoi.

L’ITER DEL DL FISCALE procede spedito. La coperta di Arlecchino con mille norme a colori dovrà essere convertito in legge entro il 15 dicembre. Dal pacchetto sono stati esclusi – perché rinviati alla manovra – alcuni problemi: la riforma delle agenzie fiscali, il pacchetto pensioni in attesa dell’accordo tra governo e sindacati, le nuove assunzioni per la Consob per rafforzare la vigilanza, la sanatoria che avrebbe consentito di non pagare sanzioni per chi non ha pagato le tasse. Da ora se ne parlerà alla Camera. Previsto l’allargamento della platea dei contribuenti che non avevano presentato la domanda o che non avevano provveduto al pagamento nel rispetto dei termini. Potranno aderire alla rottamazione delle cartelle dal 2000 fino al settembre 2017. Da questa misura è atteso un gettito di 209 milioni. Previsto anche un mini-scudo fiscale per gli ex residenti all’estero e i transfrontalieri.

PER GLI AFFITTI DEI FUORISEDE aumenta la platea degli studenti beneficiari degli sconti. Potranno usufruire della detrazione sugli affitti. Gli under 14 potranno uscire da scuola da soli al termine delle lezioni, previa l’autorizzazione dei genitori o dei tutori. La norma è stata cavalcata elettoralmente da Renzi che ha risolto le incertezze della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

LA CANNABIS TERAPEUTICA contro il dolore sarà a carico del Servizio sanitario nazionale. Possibile lo sviluppo di nuove preparazioni a base di cannabis per la distribuzione nelle farmacie, dietro ricetta medica non ripetibile. In arrivo 2,3 milioni di euro per assicurare la produzione e trasformazione di cannabis a uso medico da parte dello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

EQUO COMPENSO. Il movimento 5 Stelle denuncia il «gioco delle tre carte del governo ai danni delle partite Iva: «sono aggirabili dalle banche, assicurazioni, grandi imprese e pubbliche amministrazioni che mantengono il coltello dalla parte del manico«. La casa di Nonna Peppina è salva. La 95enne di San Martino di Fiastra vittima del terremoto, sfrattata dalla sua casetta di legno in provincia di Macerata, perché priva della licenza edilizia, potrà tornare nel suo chalet, costruito dalle figlie su un terreno di famiglia.