Continua l’invio di pacchi esplosivi indirizzati a personalità che pubblicamente si oppongono a Trump. Nella prima mattina di ieri ne sono stati intercettati tre: due in Delaware, diretti all’ex vicepresidente Joe Biden, e un altro a Tribeca, nella zona sud di Manhattan, per Robert De Niro, da sempre ferocemente contrario a Trump da lui definito «un pagliaccio a cui darei un pugno sul muso». I dispositivi sono simili a quelli precedentemente inviati a diversi esponenti democratici e critici verso Trump, tra cui il miliardario George Soros, i Clinton, Barack Obama, la Cnn.

IL PACCHETTO BOMBA è quello che si definisce pipebomb, un dispositivo fabbricabile senza destare sospetti perché composto da elementi singolarmente innocui: normali sezioni di tubo riempite di polvere esplosiva ricavata da fuochi d’artificio, schegge di vetro, poi sigillate e collegate a un orologio digitale usato come timer.

Per l’Fbi alcuni di questi dispositivi sarebbero potuti esplodere; altri si ipotizza fossero copie, oggetti somiglianti a bombe vere, come quello indirizzato al governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che non conteneva materiale esplosivo ma un file su un gruppo di estrema destra, i Proud Boys, che si sono fisicamente scontrati con attivisti antifascisti. Anche il pacchetto esplosivo inviato alla Cnn per l’ex direttore della Cia, John Brennan, era bizzarro: il nome era storpiato, c’era un adesivo con una parodia della bandiera dell’Isis che sostituisce i caratteri arabi con la silhouette di tre donne con i tacchi alti e un’iscrizione centrale che recita «Get ‘Er Done». La bandiera «Get ‘Er Done» è stata originariamente creata nel 2014 dal sito di satira di destra World News Bureau, per un articolo intitolato ISIS Vow Retribution for Counterfeit Flags, e da allora condiviso come meme su siti e forum della destra Usa.

ALMENO 10 DISPOSITIVI sono stati inviati e scoperti questa settimana, nessuno esploso da solo. Gli investigatori stanno cercando di determinare se i dispositivi fossero effettivamente in grado di detonare.
Investigatori federali, statali e locali, di New York, Washington, della Florida e di Los Angeles, hanno unito le forze per contenere quello che sembra essere un caso in rapida espansione, che al momento non ha ancora provocato feriti ma ha scosso profondamente sia le istituzioni politiche che i media nazionali.

LA RISPOSTA DI TRUMP a questi attentati, dopo un breve invito di prammatica all’unità nazionale, è tornato ad essere quello infiammatorio. Durante un comizio serale che ha tenuto mercoledì nel Wisconsin, the Donald ha criticato i media e i democratici anche mentre chiedeva agli americani di «riunirsi in pace e armonia». E giovedì mattina non ha parlato direttamente degli attentati, ma su Twitter ha incolpato i mezzi di informazione per la «rabbia che vediamo oggi nella nostra società».

Al momento non si sa ancora se a inviare i dispositivi siano stati uno o più individui, ma per un Paese già al limite, consumato dal rancore partigiano, surriscaldato dalle affermazioni del presidente e diviso su questioni fondamentali come ciò che separa i fatti dalle finte notizie, questi pacchi bomba – a meno di due settimane dal voto per un midterm cruciale – segnano una svolta inquietante.

E MENTRE SI STAVA ancora riportando la notizia, diversi eminenti commentatori conservatori, tra cui alcuni dei difensori più accaniti del presidente, già puntavano il dito a sinistra, accusando fantomatici agitatori liberal di aver inviato gli ordigni come stratagemma per far sembrare i repubblicani dei violenti pericolosi, proprio prima del midterm.