Duecento milioni in più sui rinnovi dei contratti dei pubblico impiego. Il governo ha convocato i sindacati a palazzo Chigi per comunicare la lieta novella direttamente ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e per cominciare la trattativa. È il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ad annunciare «l’ulteriore sforzo last minute» in manovra. E la titolare della P.a, Fabiana Dadone, esprime «soddisfazione per la sensibilità mostrata dal Governo», per di più «in condizioni oggettivamente non facili».
Si arriva così alla cifra di 3 miliardi e 375 milioni stanziati nel triennio che dovrebbero permettere di portare ad un aumento mensile medio per i circa 3 milioni di dipendenti pubblici vicino agli 80 euro.
La trattativa comunque è tutt’altro che semplice e ieri se n’è avuto un saggio. «Consideriamo questo un fatto positivo anche se non ancora sufficiente per poter andare sulla strada della difesa e di un potere d’acquisto allo stesso tempo», ha spiegato all’uscita il leader della Cgil Maurizio Landini. «Abbiamo indicato la necessità di aprire un confronto è un tavolo per definire un accordo quadro che sia in grado di ragionare non solo sul rinnovo dei contratti ma anche sul sistema delle relazioni sindacali che sviluppi la contrattazione di secondo livello», conclude Landini.
«L’incontro è stato interlocutorio. Il tavolo è ancora aperto il vero nodo sono le risorse per il rinnovo del contratto senza il quale non si va avanti», ha sottolineato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan. «Credo che si possa chiedere tutto meno che un rinnovo con una busta paga più ridotta della precedente. Prosegue interlocuzione e ragioniamo anche su altri aspetti, sulle assunzioni dei 370mila precari che oggi abbiamo nella pubblica amministrazione», conclude Furlan.
«La trattativa dovrebbe condurre a un accordo quadro in cui inserire le parti normative ed economiche. Abbiamo apprezzato l’impegno del governo, ma oggi le risorse sono ancora insufficienti, per noi ci vuole 1 miliardo in più. Nella precedente tornata contrattuale abbiamo dovuto agire su due finanziarie, si può fare lo stesso anche questa volta», ha proposto il leader Uil Carmelo Barbagallo. «L’elemento perequativo va fatto subito. Inoltre, i lavoratori del pubblico impiego devono pagarsi la malattia e questa è una lesione di un diritto fondamentale che va sanata».
Cgil, Cisl e Uil insistono per assicurare un cuscinetto ai dipendenti con gli stipendi più poveri, facendo inoltre in modo che nessuno perda il bonus Renzi: altrimenti il rinnovo sarebbe infruttuoso per chi si trova vicino alla soglia che annulla il beneficio. Ma dal tavolo tematico sono emerse anche altre novità. A partire dall’impegno, sancito dalla ministra Dadone, a prorogare di un anno i termini per poter stabilizzare i precari della Pa, dal 2020 al 2021. Si tratta delle procedure speciali consentite dalla legge Madia per assumere chi ha maturato un’esperienza pluriennale nel comparto pubblico. Tra le misure in discussione nell’ambito della legge di Bilancio c’è anche, svela Dadone, «l’allargamento delle maglie per le progressioni orizzontali e verticali» nel pubblico impiego. Promozioni meno ingessate quindi, ma è ancora da capire se l’obiettivo sarà conseguito agendo sul lato economico o su quello regolatorio. Confermato in legge di Bilancio anche l’allungamento della vita delle graduatorie dei concorsi pubblici, quelle degli anni che vanno dal 2012 al 2017 potranno restare in piedi fino a tutto settembre. Dal 2020 però gli elenchi non potranno essere utilizzati per più di un biennio.
Intanto, resta confermata la manifestazione nazionale di giovedì 12 dicembre indetta da Cgil, Cisl e Uil, a Roma, sul rinnovo dei contratti e le assunzioni