È dato per favorito il presidente Alassane Ouattara nella corsa alla presidenza e determinato a ottenere il suo secondo mandato cinque anni dopo la sua prima elezione durante una tornata elettorale segnata da violenti disordini che provocarono la morte di più di 3 mila persone e centinaia di migliaia di sfollati.
Spera addirittura in una vittoria al primo turno potendo la Costa d’Avorio vantare sotto la sua amministrazione un’impressionante ripresa economica e il miglioramento delle infrastrutture e della sicurezza. Venerdì scorso chiudendo con un concerto la sua campagna elettorale ad Abidjan, la capitale commerciale, ha esortato i suoi sostenitori a recarsi in massa a votare. Benché infatti siano circa 6,5 milioni gli elettori attesi per questo primo turno del ballottaggio, restano forti i timori de un forte assenteismo.

Si spera naturalmente in elezioni pacifiche soprattutto per rassicurare gli investitori che in tanti sono giunti nel Paese, la più grande economia francofona dell’Africa occidentale, grande esportatore mondiale di cacao.

Il Raggruppamento dei Repubblicani di Ouattara (Rdr) può contare sul sostegno del suo partner di coalizione, il Parti démocratique de Côte d’Ivoire (Pdci) che non ha presentato nessun candidato. Daltra parte il Front populaire ivoirien (Fpi) dell’ex-presidente Laurent Gbagbo (il cui rifiuto di accettare la vittoria elettorale di Ouattara nel 2010 scatenò una guerra civile culminata poi nel 2011) è profondamente diviso.
Sotto la presidenza di Ouattara, – ex alto funzionario del Fondo monetario internazionale – la Costa d’Avorio ha potuto contare su una forte ripresa economica con una crescita media del Pil di circa il 9 % negli ultimi tre anni.

Benchè però l’afflusso di investimenti stranieri è visibile in molti nel Paese lamentano di non aver beneficiato del boom e di esserne stati esclusi. A questo malcontento si aggiungono le critiche degli avversari politici che accusano Ouattara di cercare di far leva sui dati economici della Costa d’Avorio per nascondere i fallimenti della sua amministrazione in tema di riconciliazione e giustizia.