Un angolo tranquillo nell’allegro caos del PAF – Porte Aperte Festival di Cremona, giovane ma fitto week-end dedicato alle arti nel cuore della Lombardia. Sul menu, narrativa, musica e i fumetti. Un piccolo ma importante tassello della Nona arte è Egon Schiele – Il corpo struggente (Centauria, pp. 112, €19,90) romanzo grafico dedicato all’icona della secessione viennese. A firmare testi e disegni, Mario Rivelli in arte Otto Gabos. Protagonista di una avventura artistica che offre un punto di vista inedito sull’evoluzione del fumetto italiano. «La mia carriera è cominciata nel 1985. Quindi, sono nato nel mondo delle riviste.

Quando una dopo l’altra hanno chiuso, siamo passati improvvisamente dai prodotti a larga diffusione pagati a tavola al mondo delle librerie e alle royalties. La transizione quindi è stata quello dalle storie brevi ai romanzi. Questo ha comportato la necessità di evolvermi e sperimentare un modo tutto mio di narrare e pormi con il pubblico».
Radici a Bologna, ma senza dimenticare la Sardegna, dove Rivelli/Gabos è nato nel 1962 e dove è tornato con il romanzo grafico L’illusione della terraferma. «Fra le mie passioni c’è il Ventennio, un periodo che mi ha sempre colpito per la sua devastazione. In questo, una voce importante l’hanno avuta i miei, che mi hanno raccontato la Storia in presa diretta. C’era poi fortissima la voglia di cimentarmi con una narrazione fra noir e romanzo storico. Un gran divertimento, tanto è vero che sto continuando a lavorare su altre uscite di Terraferma alternando fumetto e romanzi scritti. Il secondo volume è un romanzo che sto ambientando fra il Montefeltro e Sant’Antioco, mentre il terzo sarà un graphic novel ambientato a Cagliari dopo i bombardamenti».

Processed with VSCO with b1 preset

Il viaggio: ecco un altro tema ricorrente. «Amando Salgari è stato un fatto naturale. Crescendo in Sardegna, poi, mi sono sempre sentito un isolano. Una condizione che un tempo maledicevo e oggi considero un privilegio, perché mi offre un punto di vista personale sulle esplorazioni, che si tratti di viaggi a piedi come in I Camminatori, o dei miei soggiorni in America in Il viaggiatore distante. Anche con Schiele, documentandomi, ho scoperto che era figlio di un ferroviere, come me, e spesso prendeva il treno per il puro gusto di farlo».

Egon Schiele – Il corpo struggente, appunto. Un inno all’arte del primo ’900 nato anche dall’esigenza di ritrovare un contatto con il Gabos adolescente. «Non potendo studiare arte a scuola, perché frequentavo il liceo scientifico, mi ci ero messo per i fatti miei. Lì c’è stata la folgorazione, perché scoperto Schiele mi son detto che sarebbe stato bello fare fumetti ispirandosi alla sua pittura così impostata sul contorno, sul disegno».
Un progetto coltivato a lungo e piuttosto laborioso. «Al di là della passione, lavorando su una biografia ho scelto fin da subito di evitare la forma romanzo, l’erotismo o il sentimento, concentrandomi piuttosto sul rapporto di Schiele con il segno. Da un punto di vista narrativo, Il corpo struggente è stato una riscoperta del suo e del mio passato. Da un punto di vista grafico, invece, una ricerca compiuta evitando di andare a cacciarmi nel ’vicolo cieco’ del disegno ’alla Schiele’. In questo senso, ho cercato di usare strumenti che lui non usava, come la china e l’acquerello, e facendo convivere la voce dell’artista con quella di altri personaggi, per esempio Gustav Klimt».

C’è spazio anche per una considerazione sullo stato dell’arte del mercato: «Ricordo ancora la frase con cui trent’anni fa mi accolse Vincenzo Sparagna al mio ingresso nella redazione di Frigidaire: ’Questo è un momento di crisi…’. Che fosse scaramanzia, nostalgia di quegli anni 60 in cui i fumetti vendevano centinaia di migliaia di copie o semplicemente un trucco per pagarmi meno, non lo so: so che si parla di crisi fin da allora, e nonostante tutto siamo ancora qui, sempre sotto il segno della massima indipendenza». Nel frattempo, sono in arrivo il secondo volume de Il viaggiatore distante, un romanzo illustrato per ragazzi per Pelledoca Editore, e una nuova incursione con Teresa Porcella nella collana Rivoluzioni. «Progetti che mi terranno occupato fino a fine anno, poi sì vedrà». È tempo di rimettersi in cammino.