Update, ore 14.00

Come riportato dal Guardian, secondo il ministro della difesa, «Tutti i responsabili degli attacchi sono stati identificati e verranno arrestati il prima possibile». Secondo il ministro si sarebbe trattato di «atti di terrorismo compiuti da estremisti religiosi».

—- Cosa è successo —-

Nel mirino chiese e alberghi e dunque gente comune, turisti, uomini d’affari. Una strage studiata nei dettagli e messa in opera per uccidere il maggior numero di persone.

I primi bilanci dicono che la strage in Sri Lanka – iniziata questa mattina con ordigni mirati – conta già 290 morti e centinaia di feriti nelle almeno otto esplosioni – sei in simultanea e due più tardi – che hanno colpito nel giorno di Pasqua in diverse aree del Paese: a Colombo e in altre città srilankesi.

Tutto inizia con sei, forse sette esplosioni questa mattina in tre chiese a Kochchikade, Katana e Batticaloa e tre hotel a cinque stelle a Colombo.

Le esplosioni – scrive il Daily Mirror giornale in lingua inglese della capitale – sono avvenute nella chiesa di Sant’Antonio a Kochchikade, a Kotahena e nella chiesa di St.Sebastian a Katuwapitiya, in Katana. Un’altra esplosione è stata poi segnalata in una chiesa di Batticaloa.

A Colombo vengono colpiti tre hotel a cinque stelle, Shangri-La, Cinnamon Grand e Kingsbury. Poi la capitale dello Sri Lanka viene colpita qualche ora più tardi da almeno due nuove esplosioni, una delle quali in un hotel vicino allo zoo nazionale. L’altra colpisce il sobborgo di Orugodawatta nel Nord di Colombo. La situazione resta confusa e il bilancio delle vittime è in ascesa.

In attesa di una rivendicazione, ci si interroga sui target (la Chiesa cattolica che rappresenta una piccola minoranza nel Paese a maggioranza buddista) e sulle motivazioni.

Negli hotel di lusso ci sono manager e turisti stranieri. Forse qualche meeting organizzato da qualche società. Ma l’azione coordinata fa intanto pensare a un’organizzazione terroristica di livello e che ha in agenda un nuovo caos nel Paese che a fatica cerca di uscire dall’impasse politico che, mesi fa, ha visto un braccio di ferro tra presidenza e parlamento e il ritorno sulla scena del vecchio capo dello Stato Mahinda Rajapaksa .

Sullo sfondo i lasciti della guerra contro la minoranza tamil del Nord (in buona parte cristiana) e i pogrom anti musulmani del marzo scorso con incidenti e stato d’emergenza nel centro dell’isola. Ma qui sembra esserci ben altro.

Qualcosa che mira a riattizzare tensioni e a far saltare la difficile pace sociale tra le diverse comunità religiose.