Sarebbero tra le 30 mila e le 80 mila, le persone arrivate in Turchia nelle ultime 48 ore, in fuga dalla regione siriana di Idlib sottoposta a nuovo bombardamento da parte delle truppe governative di Damasco. Nell’area resiste infatti l’ultimo drappello di oppositori al regime di Bashr al-Assad e, secondo il quotidiano digitale In Terris, di ispirazione cattolica, il 24 dicembre sarebbero morti in un raid compiuto da aerei russi almeno 8 persone di cui 5 bambini. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha però avvertito l’Europa e «in particolare la Grecia» di non essere in grado di accogliere «una nuova ondata di rifugiati provenienti dalla Siria».

«Speriamo che la situazione migliori, perché nel corso dell’ultimo mese è andata peggiorando – è la testimonianza del vescovo cattolico di rito latino monsignor Georges Abou Khazen – Ad Aleppo, nelle settimane scorse, sono ripresi i bombardamenti alla cieca su alcuni quartieri, a spese della popolazione civile. Gli ordigni partono dalla zona di Idlib e dalla periferia occidentale di Aleppo. In quell’area i militari turchi hanno messo un punto di osservazione e l’esercito siriano esita a contrattaccare, per non innescare uno scontro diretto con le forze turche. D’altronde molti gruppi jihadisti hanno agganci con la Turchia. Questa nuova fase ha provocato varie vittime in città».