«Io non sono così». «Casa, lavoro e dignità: no alla violenza fascista e mafiosa». «Io voto perché amo Ostia». Ostia non si arrende e due giorni dopo l’aggressione alla troupe di Rai 2 da parte di Roberto Spada scende in piazza per dire no alla mafia e alla sopraffazione. Domenica 19 si vota il ballottaggio per l’elezione del municipio (Ostia è una maxi circoscrizione di Roma con 250 mila abitanti) ma vista l’altissima astensione al primo turno ogni persona scesa a manifestare è preziosa. A dieci minuti dall’avvio del corteo, in piazza della Stazione c’erano solo poche centinaia di cittadini, ma poi in una mezz’ora il corteo si è ingrossato parecchio, portando a sfilare migliaia di persone verso piazza Gasparri, a Nuova Ostia – il luogo in cui il giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi e il videomaker Edoardo Anselmi sono stati aggrediti e picchiati.

IN PIAZZA ANCHE LA SINDACA di Roma, Virginia Raggi, che aveva chiamato alla mobilitazione dal blog di Grillo, sovrapponendo il proprio messaggio a quello degli organizzatori originari, la piattaforma civica di associazioni e liste politiche «Ostia solidale», tra cui il Laboratorio civico X di don Franco De Donno. Questa circostanza ha determinato l’assenza polemica del Pd dal corteo, fatta eccezione per il sindaco della vicina Fiumicino, Esterino Montino; il Partito democratico, tra l’altro, non ha voluto dare indicazioni di voto per il ballottaggio. A scontrarsi saranno la candidata Cinquestelle, Giuliana di Pillo, e Monica Picca del centrodestra, ma anche simbolicamente pesa quel 9% che ha votato i neofascisti di Casapound. La sinistra, con Mdp e Sinistra italiana, invece è scesa in piazza: i due partiti hanno dato indicazione di voto per la candidata Cinquestelle, necessario in ogni caso non far avanzare le destre.

Nota particolarmente stonata, i fischi e le invettive che a un certo punto una parte dei militanti grillini ha indirizzato verso le telecamere e i giornalisti, al solito indicati come «di regime». Creando un corto circuito con una manifestazione indetta proprio per difendere un giornalista nello svolgimento del suo lavoro.

PRESENTE UNA DELEGAZIONE ANPI, e molti studenti. Alessandro e Matteo, di 16 e 17 anni, frequentano l’istituto tecnico di Ostia: «Volevamo essere in piazza insieme agli altri cittadini – ci spiegano – Le nostre famiglie sono andate a votare, e anche noi lo faremo da maggiorenni, ma c’è tanta gente, anche ragazzi come noi, che non credono che il voto cambi le cose». Matteo, in particolare, crede nel messaggio dei Cinquestelle: «Innanzitutto perché sono nuovi – dice – Mi convincono perché dicono di voler cambiare, e qui a Ostia abbiamo molto bisogno di un cambiamento». Alessandro aggiunge che «non in tutti i quartieri si percepisce la violenza che abbiamo visto in questi giorni, ma noi sappiamo che nella periferia ce n’è tanta. E i ragazzi di quelle periferie, le periferie della stessa Ostia, molto probabilmente oggi non sono venuti a sfilare in corteo».

La sindaca di Roma fa lo slalom tra le telecamere, e spiega di non voler polemizzare per l’assenza del Pd in piazza. Il Pd ha già annunciato che sarà presente alla manifestazione di giovedì prossimo, il 16, con Fnsi e Libera. «Noi saremo anche al corteo di Fnsi e Libera – replica Raggi ai giornalisti – perché la mafia è qualcosa che si deve combattere quotidianamente».

PER ARTICOLO UNO-MDP c’è una delegazione, composta tra gli altri dai deputati Roberta Agostini e Alfredo D’Attorre. Un altro deputato di Mdp, Arturo Scotto, aveva replicato a Beppe Grillo, che aveva respinto qualsiasi alleanza con la sinistra a partire dalle proposte di legge sull’articolo 18, mettendo in relazione il voto della Sicilia con quello di Ostia: «Abbiamo visto in Sicilia – ha spiegato – che questa volta il richiamo del voto utile è scattato nei confronti dei Cinque Stelle e non del Pd. Pur di non far vincere Musumeci, una quota degli elettori del centrosinistra ha votato per Cancelleri. Noi non siamo stalker di nessuno: con i Cinque stelle non parlerei di alleanze, ma di convergenze su battaglie politiche. Per questo saremo a Ostia per solidarietà nei confronti del giornalista e dell’operatore aggrediti da uno Spada e al ballottaggio ci impegneremo per impedire che si affermino scenari inquietanti che diano respiro ai fascio-mafiosi».

Per Sinistra Italiana una delegazione con, tra gli altri, Loredana De Petris e Stefano Fassina. «La sinistra deve ritrovare il suo popolo e uscire dall’arroccamento nei centri storici delle città. Il nostro abbandono di queste zone è coinciso con l’arrivo di altri ma sono arrivate risposte sbagliate», dice Fassina. Il riferimento è alla destra e a Casapound, e infatti anche Fassina ha invitato a votare Cinquestelle al ballottaggio del 19: «Sinistra Italiana ha riaffermato in modo netto la discriminante antifascista e antimafiosa – ha spiegato – Se fossi residente a Ostia voterei Cinquestelle, non si può essere equidistanti come fa il Partito democratico: mi pare una tattica politicista irresponsabile».

IL CORTEO PROCEDE spedito verso piazza Gasparri, anche se poi verso la fine la parte «civica», quella dei movimenti e delle associazioni, si fermerà in piazza delle Sirene per tenere un’assemblea, mentre la prima cittadina Virginia Raggi proseguirà con un altro spezzone verso Nuova Ostia, non senza polemiche e tensioni tra le due parti presenti in piazza.

«Io non delego!!! Voto!». Adriana Fornaro porta un cartello con molti punti eslcamativi, a segnalare quanto sia importante andare a votare al ballottaggio del 19. Lei è presidente del comitato di quartiere «Amici della Madonnetta», vive nell’entroterra di Ostia. «Se la violenza a Ostia è diffusa? A parte il comprensibile rilievo mediatico dato all’aggressione al giornalista – risponde Adriana – in molte zone di Ostia il malaffare e l’intimidazione sono gesti quotidiani». «A me è capitato di dover combattere con il mio comitato delle speculazioni edilizie – riprende – La prima volta mi hanno offerto soldi, dicevano per aiuto al comitato. Poi addirittura un appartamento. Non ho ceduto e alla fine mi hanno fatto trovare dei messaggi intimidatori in giardino».

GIACOMO HA 20 ANNI e studia Storia, fa parte della piattaforma civica di associazioni «Ostia solidale»: «Abbiamo organizzato noi questa manifestazione, che è di tutti i cittadini di Ostia e non soltanto dei Cinquestelle», ci tiene a sottolineare. «Io sono andato a votare, certo, ma sicuramente qui a Ostia c’è ormai uno scollamento tra i cittadini e le istituzioni, i partiti politici. E allora poi passa un voto interpretato come “di rottura”, come quello dato a Casapound». «Ma purtroppo – riprende – i giornali e le tv adesso raccontano solo le loro iniziative nelle periferie, ma qui non c’è solo mafia o fascismo: esistono altre realtà, anche di autorganizzazione, alternative a quelle delle destre. Certo, forse a Ostia è più difficile che altrove, ma vorremmo che i media raccontassero anche quelle: i giornalisti dovrebbero contribuire a non far sentire noi cittadini isolati».

Maria Grazia e Giovanni sono fratello e sorella: vivono ad Acilia e studiano Roma, lei Economia e lui Fisioterapia. «Io ero scrutatrice – spiega Maria Grazia – Al mio seggio su 1251 aventi diritto sono venuti a votare solo in 360, e molte erano schede nulle. Un panorama sconfortante. Mi fa rabbia perché Ostia potrebbe essere il quartiere più bello di Roma, la nuova Barcellona: abbiamo il mare». Eppure esistono, aggiunge Giovanni, «due Ostie»: «Quella centrale, tranquilla e benestante, e poi, andando verso Nuova Ostia, ci sono le periferie, totalmente abbandonate: a parte i politici, è difficile perfino trovare un posto di blocco che possa mettere paura alle mafie che le controllano».