«Da soli non ce la facciamo, intervenga il ministro Minniti». E’ l’appello che Giuliana Di Pilla, neo eletta mini sindaco di Ostia, ha lanciato al titolare del Viminale dopo l’attentato avvenuto giovedì sera nella cittadina del litorale romano. Le vittime sono il titolare di una pizzeria ed un suo dipendente, il cui nome pare essere legato sia ai Fasciani che agli Spada. Secondo gli investigatori la sparatoria sarebbe un avvertimento lanciato dalla criminalità organizzata, anche se i titolari del locale negano di conoscere il motivo per cui sarebbero stati presi di mira. La procura intanto ha aperto un fascicolo per tentato omicidio.

Al centro delle indagini c’è il rapporto tra i vari clan che nel tempo si sono spartiti il litorale di Roma. Il pizzaiolo gambizzato è infatti il nipote di Terenzio Fasciani, a sua volta fratello del boss dell’omonimo clan, Carmine. Ma è legato anche ai palermitani Francesco D’Agati e Pippo Calò, come rivelano le carte della maxi-inchiesta del maggio scorso in cui fu arrestato il fratello, considerato uno dei principali corrieri della droga ad Ostia e nell’entroterra del municipio. Sempre il fratello, inoltre, è il cognato di Ottavio Spada, uno dei boss che gestisce i traffici illeciti sul litorale di Ponente e a Nuova Ostia.

Ieri mattina intanto il Tribnale del Riesame ha respinto l’ordinanza di scarcerazione presentata dall’avvocato di Roberto Spada. L’aggressore del giornalista Rai resta dunque nel carcere in Friuli, con le accuse di violenza privata e lesioni aggravate dal «metodo mafioso».