Contro le aspettative di molti, è stato Green Book di Peter Farrelly a vincere la statuetta al miglior film – e sceneggiatura originale – mentre la miglior regia è andata a Alfonso Cuaròn per Roma, che porta a casa anche il riconoscimento per miglior film straniero e fotografia (sempre di Cuaròn). La scelta dell’Academy sul miglior film dell’anno sta già attirando molte critiche, compresa quella di Spike Lee – candidato con BlackKklansman e vincitore insieme a David Rabinowitz, Charlie Wachtel e Kevin Willmott dell’oscar alla miglior sceneggiatura non originale – che quando è stato annunciato il vincitore si è diretto verso l’uscita del Dolby Theatre di Los Angeles dove era in corso la cerimonia, per poi tornare al suo posto, dove ha dato le spalle al palco durante i discorsi di ringraziamento. “Ogni volta che un autista porta in giro qualcuno, io perdo”, ha detto alla conferenza stampa dopo gli Oscar riferendosi sia a Green Book – dove il protagonista, Viggo Mortensen, è l’autista di un jazzista nero (Mahershala Ali, miglior attore non protagonista) nel Sud degli Usa degli anni Sessanta – che a A spasso con Daisy di Bruce Beresford, miglior film nel 1989 (lo stesso anno di Fa’ la cosa giusta, che non era neanche candidato).

Miglior attore protagonista è Rami Malek con Bohemian Rhapsody (il film di Bryan Singer, a cui è subentrato Dexter Fletcher, vince anche il miglior montaggio – di John Ottman), attrice Olivia Colman per La favorita di Yorgos Lanthimos. A Black Panther va il premio alla miglior colonna sonora, costumi e scenografia, mentre la canzone originale è della superfavorita Shallow di Lady Gaga (A Star is Born).