«Perché il giallo della copertina e del vestito? Perché è il colore della gioia, della follia. E poi perché in questo momento, mi sembrava giusto dare un tocco di speranza». Ornella Vanoni sette anni dopo Meticci con cui definiva conclusa la sua carriera discografica tanto da sottotitolarlo ‘io mi fermo qui’, torna sui suoi passi: «Non bisognerebbe mai dirle certe stupidaggini», aggiunge ridendo durante l’incontro rigorosamente in streaming, per la presentazione di Unica, in uscita domani per Bmg, undici inediti, prodotto da Mauro Pagani, arrangiato da Fabio Ilacqua che firma cinque canzoni. Album bellissimo – va detto subito, calato nella contemporaneità ma fuori dal tempo per intensità di scrittura e ovviamente di interpretazione: «Credo – sottolinea – di essere probabilmente l’unica cantante al mondo che a 86 anni realizza un disco di canzoni inedite. Abbiamo iniziato a progettarlo due anni fa, poi a un certo punto ho detto che era il caso di uscire perché… altrimenti rischiavano di trovarmi morta (ride, ndr)».

TRE DUETTI – con Carmen Consoli, Virginia Raffaele, Fabio Ilacqua e fra gli autori le firme di Pacifico, Giuliano Sangiorgi, Renato Zero. «Con Fabio è stata un’intesa immediata. Mi hanno proposto il suo nome dalla Bmg e la mattina dopo ero già in macchina diretta verso casa sua, a Varese. È una personalità particolare. Fa il contadino, dipinge benissimo, è colto, amiamo le stesse foto e gli stessi libri. Non ha il telefonino, se lo cerchi sul fisso ti risponde la madre che ti dice: ‘è a zappare, glielo dico al suo ritorno’. Sarebbe un uomo interessante per molte donne, perché non è mai noioso».
Unica nasce in un clima di totale creatività, come racconta anche il brano Isole viaggianti, metafora della libertà: «I sentieri secondari sono quelli che ti portano fuori dalla strada maestra, impervi ma ti consentono di scoprire molte cose. Bisogna rischiare. Io sono libera come non mai, non c’è niente che mi possa essere detto che mi stupisca. Mi conosco perfettamente, mi sono analizzata attraverso i lunghi periodi di depressione».
Un sorriso dentro al pianto porta la firma di Gabbani: «Mi avevano detto che era timidissimo, invece siamo andati a pranzo e ci siamo fatti un sacco di risate. Mi ha mandato il pezzo anche se non era finito, poi ci abbiamo messo le mani io e Pacifico». Carmen Consoli scrive e torna a duettare con Ornella (l’aveva già fatto nel 2008 in una rilettura di L’Appuntamento) in Carezza d’autunno: «È un brano sofisticato e criptico, ma decisamente affascinante».

IL BRASILE SPESSO e volentieri fa capolino nei suoi dischi, lei e Mina l’hanno portato al grande pubblico e La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria è un album determinante nel songbook dell’interprete milanese: «A metà disco con Fabio abbiamo pensato che serviva un pezzo ritmato, così è nata Isole viaggianti. Se tu vuoi dare felicità cosa c’è di meglio della musica brasiliana?». Si respira aria di sudamerica anche in Tu/Me, il duetto con Virginia Raffaele che l’ha prima imitata con divertita irriverenza e qui si cimenta con la sua vera voce. Unica che porta il glorioso logo Ricordi con cui Ornella ha inciso il suo primo album nel 1961- non doveva chiamarsi così: «Avrei preferito intitolarlo Essere Ornella, ma è stato bocciato perché ricordava il film Essere John Malkovich. Allora è stato proposto Ornella si nasce, ma sembrava troppo presuntuoso. Unica invece…, ma alla fine ho dovuto cedere».
Sogna due concerti, uno a Roma e uno a Milano, con Gino Paoli «che non si alza più dal divano, io e lui siamo un po’ due sopravvissuti». Ironica e pungente, ha in ballo un progetto con Mahmood, «perché anche basta con questa eleganza che mi ingabbia e crea una barriera tra me e il pubblico. Ecco, vorrei vestirmi con sneaker e abito da sera».