«Interi reparti del mio ospedale sono composti da precari. Non si riesce a rispondere alle domande e aspettative dei cittadini, e questo per noi è frustrante. E le cose, anziché migliorare peggiorano: da qualche anno i medici vengono assunti addirittura in partita Iva». Stefano Innocenzi è un medico precario, ormai da dieci anni lavora con contratti a termine all’ospedale di Tarquinia. È iscritto alla Cgil, e ieri avrebbe voluto scioperare, insieme agli altri colleghi: «Ma il paradosso è che non ho potuto – dice – Siamo talmente in pochi che se mi fossi assentato avrei obbligato un collega a lavorare il doppio».

Perfino al pronto soccorso, un luogo di lavoro così delicato, mettono personale precario?

E sì, ma ormai da tempo. Qui a Tarquinia il 60% del personale delle emergenze non è stabilizzato. Tre medici sono in partita Iva. Vengono assunti con contratti di consulenza dai tre ai 6 mesi, pagati circa 27 euro l’ora. Come netto, riescono a prendere più o meno come noi, ma sono scopertissimi sul fronte dei contributi e di altri diritti. L’amministrazione lo fa non solo per risparmiare, ma anche per non rischiare nuove cause: le partite Iva hanno meno appigli per rivendicare un’assunzione, essendo considerati come una sorta di “esterni”. Eppure, di fatto, non lo sono per nulla: sono inseriti nei turni come tutti noi.

Quindi è tutta una finzione. Ma voi a tempo determinato avete almeno qualche speranza in più?

Anche noi temiamo purtroppo un futuro nero. Tanto che in circa 40, abbiamo deciso di fare causa per ottenere l’assunzione. Io sono precario da 10 anni, ad esempio, e non faccio neanche pause da un contratto all’altro. Di fatto sono uno «stabile», tranne che sulla carta. Così ho perso tutti gli scatti di anzianità, sono pagato come dieci anni fa. Senza contare che a partire dal 2010, come per tutti i dipendenti statali, i nostri aumenti sono stati «congelati». Insomma, la situazione è veramente disastrosa.

Scioperate per tutto questo?

Certamente, ma non solo per la nostra condizione lavorativa. È frustrante lavorare per dei cittadini che vorrebbero essere curati e trattati in maniera dignitosa, e invece dalla sanità ricevono poco e niente. I tagli lineari degli ultimi anni, specie della giunta Polverini, hanno portato il sistema del Lazio al collasso. E Viterbo ad esempio ha meno posti letto rispetto a tutte le altre province, il personale non è numericamente adeguato e spesso sei costretto a fare straordinari che poi neanche ti retribuiscono.

Non vi pagano gli straordinari?

Io ad esempio quest’anno ho già accumulato 180 ore di straordinario, ma temo che avverrà come l’anno scorso: cioè che il 31 dicembre verranno riazzerate e non retribuite. E se protestiamo, ci rispondono che essendo il medico un dirigente, prende tutti gli extra nella voce «budget», legata agli obiettivi di produttività. Ok, ma quella voce mica mi ripaga tutte le ore: l’ultimo mese era pari a 250 euro lordi. Ieri ho lavorato dalle 8 alle 20, poi ho dato reperibilità tutta la notte, e oggi di nuovo 8-20. Ho dovuto mandare una anziana malata a un altro ospedale, distante 70 km, perché non avevo posti letto. Ma come si fa a continuare così?