Quanto sappiamo della Cina? Sicuramente meno di quanto immaginiamo, probabilmente troppo poco per essere consapevoli del ruolo che questa la superpotenza asiatica sta giocando nello scacchiere internazionale.

È sempre molto complicato individuare un punto di partenza per approcciarsi alla storia e alla cultura di questa nazione-continente.

«Add Editore», in questo senso, ha pubblicato una preziosa trilogia a fumetti, importante anche per chi di Cina è esperto. Si intitola Una vita cinese ed è scritta a quattro mani da Li Kunwu, artista e vignettista di propaganda cinese, originario della provincia meridionale dello Yunnan, e dal francese Philippe Ôtié.
Li Kunwu è nato a metà degli anni ‘50 e fa parte della generazione che ha visto la sua esistenza ripetutamente travolta dalle ondate tumultuose che hanno caratterizzato la storia cinese del Novecento.

Ha vissuto tutto: gli slanci dell’ideologia all’epoca del dominio maoista, la tragedia collettiva della Rivoluzione Culturale, la soddisfazione individuale nell’epoca delle riforme e dell’apertura economica seguite al famoso «arricchirsi è glorioso» di Deng Xiaoping, l’orgoglio per le Olimpiadi 2008.

Nei tre volumi di Una vita cinese («Il tempo del padre», «Il tempo del Partito» e «Il tempo del denaro»), Li ripercorre, disegnandola spesso con un tratto crudo e drammatico, tutta la sua vita, dagli anni ‘50 ai giorni nostri, in una autobiografia che nella sua interezza si rivela quasi un bignami degli ultimi 60 anni di storia cinese.
Con una particolarità: il punto di vista è puramente cinese e, quindi, a tratti spiazzante, perché obbliga il lettore ad abbandonare le sue rassicuranti certezze da occidentale per provare a comprendere e immedesimarsi in un modo di pensare diversissimo dal suo.

Le parole che nel terzo volume Li Kunwu utilizza per commentare i fatti di Tiananmen del 1989 sono solo uno dei tanti esempi di questo cambio di prospettiva: «Coloro che sanno o comunque comprendono le sventure che abbiamo vissuto dovrebbero riuscire a capire anche la mia profonda aspirazione alla stabilità e all’ordine, da cui mi aspetto verranno la nostra rinascita e il nostro sviluppo. Detto questo, ciascuno ha diritto alla propria opinione…

Alcuni potrebbero controbattere che i “diritti umani” vengono prima della necessità dello sviluppo. È un tipo di dibattito che preferirei lasciare alle generazioni che verranno, quelle che non avranno conosciuto gli indescrivibili tormenti cui noi siamo stati sottoposti per molto tempo».

I tre volumi di «Una vita cinese» si rivelano un viaggio irrinunciabile per chi se la senta di abbandonare i propri pregiudizi e preconcetti e abbia voglia di lasciarsi conquistare dalla sincerità di una testimonianza autentica e profonda.

Una vita cinese («Il tempo del padre», «Il tempo del Partito» e «Il tempo del denaro»), Li Kunwu, Philippe Ôtié, Add editore