La scissione dei Ds «non esiste», ma proprio per questo «è arrivato il momento che Sposetti faccia un gesto di generosità e faccia in modo che il patrimonio dei Ds, che di fatto è dei nostri militanti e dei nostri elettori, passi al Pd». Parola di Matteo Orfini, presidente dem, ex ds a sua volta, di osservanza – fino a qualche tempo fa – dalemiana. Proprio come Ugo Sposetti, già tesoriere Ds e oggi presidente della omonima Fondazione che custodisce, direttamente o attraverso altre fondazioni, i beni del fu partito. Un ’tesoretto’ monumentale fra sedi, immobili vari, opere d’arte e cimeli del Pci. Fatto che ciclicamente alimenta una fantasia: in caso di scissione del Pd, l’eventuale neonato partito potrebbe contare su una cospicua dote. Una manna, al tempo della fine del finanziamento pubblico (contro cui Sposetti peraltro ha votato).

Che i «tempi siano maturi» per il seppellimento definitivo del caro estinto, come propone Orfini – e soprattutto delle velleità di riesumarlo – lo pensa anche Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd alle prese con le casse esangui del Nazareno. Dove ora si lavora all’idea di trasferire il malloppo. Per questo Bonifazi ha già incontrato lo stesso Sposetti, che resta dalemiano e scettico, e Piero Fassino, ultimo segretario Ds, che invece è diventato ultrarenziano ed è entusiasta dell’operazione.