La notte dei Tony Awards – l’equivalente degli oscar per il teatro – ha incoronato Haedestown come miglior musical del 2019. Allo show incentrato sul mito di Orfeo e Euridice ma trasposto in una società post apocalittica, sono andati 8 premi su 14 complessive nomination. Con un’orchestra jazz di sette strumenti sul palcoscenico, numerose allusioni a temi come il cambiamento climatico e le lotte dei lavoratori, indirettamente anche l’immigrazione con la canzone Why we build the wall» scritta prima che Donald Trump diventasse presidente, il musical creato dalla cantautrice Anais Mitchell è nato nel 2006 come spettacolo regionale per piccoli teatri del Vermont e via via cresciuto passando per il Canada, Londra e off Broadway per arrivare quest’anno a Broadway. Una produzione  notevole anche per l’alto numero di donne coinvolte nella produzione tra cui la regista Rachel Chavkin che ha vinto nella sua categoria per un musical. Anche The Ferryman che ha vinto per la prosa e Oklahoma!, il miglior revival musicale, sono stati prodotti da donne. Bryan Cranston ha avuto la meglio su Jeff Daniels e Adam Driver come miglior attore protagonista per l’adattamento teatrale di Network (Quinto Potere): nel ricevere la statuetta ha dedicato il premio a «tutti i veri giornalisti del mondo» ricordando «I media non sono nemici del popolo, la demagogia è nemica del popolo», riferendosi ovviamente ai frequenti tweets di Trump su «fake news» e «stampa corrotta». Miglior attrice, l’ottantasettenne Elaine May nella parte di una donna che perde la ragione in The Waverly Gallery.