L’ora dell’ingorgo crocieristico e della protesta cittadina è alle 17 in punto. A Venezia, a quell’ora, oggi, salperà l’Azamara Journney, 765 passeggeri a bordo, 30,277 tonnellate. Né un minuto prima e né un minuto dopo, dalla Marittima partirà la Queen Victoria, oltre 2000 passeggeri, 90 mila tonnellate di stazza. Sempre dalla Marittima, sempre alle 17, sarà la volta della Splendour of the seas, oltre 2000 passeggeri, ben 78 mila tonnellate d’acciaio. Passerà appena mezz’ora alla Marittima, saranno le 17,30, quando a salpare sarà l’italiana MSC Divina, un gigante tra i giganti: quasi 4 mila passeggeri, lunga 333 metri, è pari a 140 mila tonnellate.
Anche la Divina, come le altre navi, sfilerà a pochi centinaia di metri dal campanile di San Marco: la punta di Venezia che dalla città tocca il cielo e che pesa, per dare un’immagine delle proporzioni lillipuziane al confronto, circa 13 mila tonnellate. Quest’oggi salperanno dodici navi, due aliscafi e un traghetto. Ma è quella l’ora dell’ingorgo – della «congestione di traffico straordinario», avverte la Capitaneria di porto di Venezia, dovuta «al cambio di calendario delle crociere» – di questo fine settimana in cui Venezia sarà attraversata, in entrata e in uscita, da 36 transiti di navi che superano le 40 mila tonnellate. Un fine settimana record per intensità che non conosce precedenti, anche grazie al volume d’affari in netto aumento del mercato crocieristico negli ultimi anni e che nei soli primi mesi del 2013 ha raggiunto una crescita del 7 per cento. Si tratta di 36 transiti – «sui 76 passaggi previsti in tre giorni», conta Beppe Caccia, consigliere comunale della lista «In Comune» – che sforano il limite delle 40 mila tonnellate stabilite dal decreto Passera-Clini. Era quella la soglia rossa indicata dall’allora governo Monti nei giorni caldi del naufragio del Giglio. Eppure, sarà ancora una volta «una protesta dal basso» a tenere alto l’allarme, dopo l’altra mobilitazione dello scorso giugno, accompagnata da un eco mediatico, e promossa dal comitato cittadino No Grandi Navi. «Ribadiamo la necessità», dice il portavoce Silvio Testa, «di un no definitivo e perentorio all’ingresso della grandi navi in Laguna». Una mobilitazione calorosa, ma di natura pacifica, che prevede la partecipazione di centinaia di persone a pochi metri dalla Marittima, raccolte sulla fondamenta Zattere, di fronte il canale della Giudecca, dove le navi transitano prima di accedere nel Bacino di San Marco. «Sarà anche un’occasione», aggiungono i manifestanti, «per monitorare l’effettivo impatto ambientale, approfittando della congestione del traffico crocieristico». Tanto che si annunciano monitoraggi anche da parte dell’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale (Arpav).
Intanto sul tavolo delle soluzioni immediate, il ministro all’Ambiente Andrea Orlando ha frenato sulla proposta del limite a 40 mila tonnellate del governo Monti per limitare il passaggio delle grandi navi davanti San Marco. «Rischiava d’essere una grida manzoniana», ha commentato Orlando, pochi giorni fa sulla Stampa, la proposta Clini-Passera, «poneva il problema, ma non lo risolveva. Il decreto vietava il passaggio, ma diceva anche che questo divieto sarebbe divenuto efficace solo quando si fossero trovate altre soluzioni». E le soluzioni sarebbero più d’una, tanto che il ministro all’Ambiente sarebbe favorevole a istituire un limite d’ingressi nel Bacino. «Il rischio è che mentre noi discutiamo, ci sia una crescita ulteriore dei passaggi. La mia proposta, perciò, è mettere da subito un numero chiuso».
Questa la prima delle ipotesi per una razionalizzazione del traffico nel cuore della città storica, ma la soluzione a lungo termine potrebbe trovarsi tra un mese. «Abbiamo chiesto a tutti i soggetti interessati di fare la loro proposta. Le esamineremo a ottobre e decideremo», ha proseguito Orlando, «s’ipotizzano un canale alternativo, un porto fuori laguna, o un canale esterno rispetto alla Giudecca». Le soluzioni al problema rimangono le stesse nel gioco di contrapposizione tra il sindaco Giorgio Orsoni, che spinge perché le navi si spostino a Marghera e l’Autorità portuale che propone lo scavo del canale Contorta Sant’Angelo. Nel frattempo, nuovi attori nella partita sono i privati e la Msc, tra le compagnie crocieristiche, che non sembrano escludere dopo un incontro con Orsoni di dirottare le navi a Marghera. «Vanno trovate delle soluzioni che rispettino l’economia veneziana e l’economia crocieristica», spiega il sindaco, «senza gettare la palla avanti». Diverso il punto di vista dei comitati cittadini: «Né a Marghera e né a San Marco», ribadisce il portavoce Silvio Testa, «le navi vanno fuori dalla laguna». Ed è chiaro che nel gioco delle parti, il discorso che rimane aperto naufraga sul modello di sviluppo.