Il governo egiziano ha dato pieni poteri al ministero dell’Interno per risolvere la crisi e ha ordinato alla polizia di sgomberare le piazze dei Fratelli musulmani, definite una minaccia alla «sicurezza nazionale». Ma gli islamisti non mollano e proseguono con l’occupazione permanente di Rabaa al Adaweya e del piazzale antistante l’Università del Cairo. E la tensione torna alle stelle. Per questo, il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino in occasione dell’audizione di ieri delle Commissioni riunite Affari esteri di Camera e Senato, ha avvertito che al momento «la situazione è ancora esplosiva» e non è emersa alcuna volontà di dialogo tra il governo di Hesham Beblawi al potere dopo il colpo di stato del 3 luglio scorso e i Fratelli musulmani. Ma l’Italia e l’Europa possono continuare a fare pressioni, ha proseguito.
Bonino, che ha vissuto per lunghi periodi in Egitto, ha toccato tutti i temi centrali delle crisi in Medio oriente, dalla Libia alla Siria. Ma ha prima di tutto avvertito i 20mila turisti italiani nelle località egiziane di villeggiatura e in particolare nel Mar rosso (Sharm el Sheikh, Marsa Alam, Berenice e Hurgada) e in quelle della costa settentrionale (Marsa Mathrou, El Alamein) di evitare escursioni al di fuori dei loro resort. «Non per creare panico, ma come elemento di prudenza», ha detto Bonino. In realtà numerosi voli turistici in partenza da Roma e diretti al Cairo erano stati già cancellati nei giorni scorsi. Secondo Bonino, anche la soluzione della crisi libica è davvero lontana. Si tratta della crisi «più difficile» e gli eventi degli ultimi giorni hanno dimostrato un «deterioramento molto importante delle condizioni di sicurezza». Per questo, l’Italia ha «sentito l’obbligo politico e morale di essere più in prima linea in Libia», ha aggiunto Bonino. Tuttavia, ha precisato il ministro, anche il progetto sostenuto da Roma per la formazione di polizia, carabinieri e amministratori è fermo a fronte delle difficoltà in cui si trovano le autorità libiche «ad attuare la loro parte del programma». Infine, in merito alla Siria, Bonino ha detto che un intervento armato «non è pensabile. In questo momento – ha aggiunto – le armi non starebbero arrivando ai ribelli da parte della Gran Bretagna e della Francia, ma da canali «regionali», mentre la situazione degli Stati Uniti è «più complessa». Mentre ha detto di non avere notizie del giornalista Domenico Quirico e del gesuita padre Dall’Oglio, entrambi scomparsi in Siria.