Picchiati perché hanno la pelle scura. Ancora odio razziale in Sicilia, dove il regime della paura continua a fare registrare preoccupanti aggressioni.
Le vittime questa volta sono un tunisino di 16 anni e un nigeriano di 30. Raffadali e Bagheria i luoghi della violenza.

IL MINORE È STATO COLPITO al volto con lo sportello dell’auto, preso a calci e pugni, lasciato dolorante per strada: il suo aggressore, allontanandosi, gli ha urlato: «Ora te ne puoi tornare al tuo paese». I responsabili della comunità per minori «La mano di Francesco», dove il tunisino vive da alcuni anni, hanno presentato una denuncia ai carabinieri che stanno verificando la posizione di un cinquantenne.

Il ragazzo, con una contusione a un testicolo ed escoriazioni a un ginocchio, è stato giudicato guaribile in cinque giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento. «Ho avuto molto paura, ma ora mi sono tranquillizzato; è tornato tutto a posto: sono in Italia da un anno e sono qui solo per scuola e lavoro», dice il sedicenne che sta imparando l’italiano dopo avere frequentato per un anno la prima media come uditore.

IL FUTURO? «VOGLIO RESTARE qui a Raffadali», assicura. A raccontare la sua storia è Vincenzo Vasile, responsabile della comunità: «Quando è arrivato in Italia, dopo un anno e due mesi trascorsi in Libia, non sapeva neanche una parola di italiano e non conosceva neanche il francese perché viveva in un piccolo e periferico villaggio della Tunisia». «Adesso, capisce tutto – aggiunge – Ha iniziato anche a leggere e scrivere. Avrebbe potuto chiedermi, è nel suo diritto, di essere trasferito in un’altra struttura. In realtà, vuole veramente restare a Raffadali».

Un collega della comunità, Giovanni Mossutto, riferisce che il ragazzo e gli altri ospiti della comunità “sono stati oggetto di insulti, sputi e minacce da parte di un razzista negli ultimi mesi e ora, probabilmente sentendosi legittimato da un clima che tutti avvertiamo, lo ha aggredito”.

STA MEGLIO Fredrick Omonzakgia, il nigeriano preso a colpi di cric davanti a una grande e affollata gelateria di Bagheria, tre giorni fa. A colpirlo sarebbe stato un pregiudicato di 25 anni, che è stato denunciato.

Per solidarietà, duecento persone si sono radunate nel parco urbano della città per una manifestazione organizzata dall’associazione Bocs. Padre Tindaro, il parroco francescano della chiesa di Sant’Antonio, che ha assistito Fredrick e lo ha accompagnato nel percorso di integrazione, nel corso dell’omelia di domenica ha chiesto scusa al giovane migrante per quanto successo.