Ora le sardine marcano Salvini, saranno a Bibbiano e al Papeete
l leader leghista straparla: se mi arrestano scriverò le mie memorie come Silvio Pellico. lash mob fino alla vigilia del voto, ieri a Ferrara. «Il flop sovranista sarebbe la svolta per tutto il paese»
l leader leghista straparla: se mi arrestano scriverò le mie memorie come Silvio Pellico. lash mob fino alla vigilia del voto, ieri a Ferrara. «Il flop sovranista sarebbe la svolta per tutto il paese»
Avevano promesso che lo avrebbero inseguito fino all’ultimo e che l’evento di domenica di Bologna – 40 mila sardine in piazza per dire no al sovranismo leghista – non sarebbe stato l’ultimo. E così è andata. Ieri nuova giornata di contestazioni e flash mob per le sardine bolognesi, che hanno tallonato Matteo Salvini nei suoi comizi in provincia. Prima una contestazione a San Lazzaro, alle porte del capoluogo, poi in serata una manifestazione a San Giovanni in Persiceto, a metà strada tra Modena e Bologna, dove centinaia di persone si sono radunate cantando «Bella ciao» e tenendosi per mano, pescetti di cartone in bella vista. «Le piazze sono di tutti, non del popolo di capitan Nutella», hanno spiegato i manifestanti.
NON È FINITA. Le sardine promettono di incalzare il numero uno della Lega se sarà necessario fino al Papeete di Milano Marittima. «È una possibilità concreta – ha spiegato la sardina Lorenzo Donnoli – vogliamo chiudere la campagna elettorale in un luogo simbolico». Il Papeete lo è, simbolo del trionfo del Salvini ministro dell’interno a torso nudo, quando in costume da bagno si alternava tra un dj set e il governo del paese, pronto a fare saltare il banco e provare la corsa alle urne per avere «pieni poteri». Follia agostana che ha relegato la Lega all’opposizione. E che ora potrebbe essere ricordata e stigmatizzata proprio dal movimento delle sardine, che a Milano Marittima sta progettando l’ultimo flash mob prima del silenzio elettorale e del voto del 26 gennaio.
SARÀ L’ULTIMO ATTO di una campagna elettorale che ha coinvolto ogni piazza dell’Emilia-Romagna. Ancora non è finita, il 23 gennaio Salvini andrà a Bibbiano, come annunciato, per un comizio tra «papà, mamme e bambini». E ci saranno anche le sardine, che per l’ennesima volta lo contesteranno a distanza. La decisione è arrivata ieri sera dopo un’assemblea che il movimento ha tenuto proprio assieme agli abitanti di Bibbiano. «C’erano trecento persone, e ci hanno chiesto di manifestare», hanno spiegato gli organizzatori. Giovedì andrà dunque in scena l’ennesimo confronto tra i due grandi avversari.
SEMPRE IERI, nei suoi continui e instancabili blitz elettorali, Salvini si è presentato nel ferrarese, territorio dove la Lega è fortissima. «Io non mollo, e se mi arresteranno scriverò le mie memorie come Silvio Pellico», ha detto il leghista, per una volta senza contestatori dietro l’angolo, davanti ai pescatori di Comacchio, sul delta del Po. Poi un accenno a Ferrara, «uno dei Comuni meglio amministrati in tutta Italia». Proprio a Ferrara però la Lega è stata travolta da uno scandalo sollevato da un servizio della trasmissione tv Piazza Pulita, che ha svelato come a una consigliera leghista «rompiscatole» e non allineata con i diktat della giunta sia stato offerto un posto di lavoro in cambio della sua uscita di scena. Ieri sera davanti al Comune centinaia di sardine hanno protestato contro l’amministrazione leghista, mentre dentro il Palazzo veniva rinviata la seduta del Consiglio comunale tra le proteste, le urla e i «fate schifo» dei presenti. Non un bel biglietto da visita per una Lega che si candida a guidare la Regione.
A CORTEGGIARE LE SARDINE che fino all’ultimo contenderanno voti e piazze alla Lega è ovviamente il Pd di Stefano Bonaccini. «Hanno portato una novità straordinaria e ovviamente di quello si terrà conto», ha spiegato il candidato del centro sinistra. Nell’aria restano ancora le parole pronunciate domenica della sardina numero uno Mattia Santori. «Se Salvini perdesse sarebbe dirompente perché per la prima volta il sovranismo subirebbe uno stop, potrebbe essere una svolta per tutto il paese».
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