Senatore Gregorio De Falco, come uomo di mare e soprattutto della Guardia costiera, cosa pensa della chiusura dei porti?
Che è tutta una bufala.

Prego?
I porti non sono mai stati chiusi. Io chiedo e pretendo dal ministro Salvini che esibisca il provvedimento, qualunque esso sia, di chiusura dei porti così ne capiamo anche i motivi. Lo faccia vedere, gli italiani lo devono vedere. È da giugno che Salvini ne parla, ma non può chiudere i porti a voce. Le cose vanno fatte secondo legge, come dice Di Maio. Anche se va detto che le leggi vanno rispettate fino a quando la loro ingiustizia non sia talmente evidente e violenta da provocare la disobbedienza civile, come per il decreto sicurezza.

Il vicepremier Di Maio chiede di verificare se i migranti a bordo delle navi delle due ong tedesche siano stati davvero salvati oppure consegnati dagli scafisti. Un sospetto pesante. Come comandante della Guardia costiera lo ritiene possibile?
In astratto tutto è possibile, ma bisognerebbe chiedere a Di Maio se ha qualche indizio di reato per il quale ritiene di pronunciare un sospetto così grave. Finora, invece, risulta che queste ong da giorni stiano legittimamente chiedendo di sbarcare. Allora se le leggi si rispettano, consentano a queste navi di mettere in sicurezza se stesse e la gente che si trova a bordo.

Il decreto sicurezza, la questione dei porti e ora i sospetti verso le ong. L’immigrazione rischia di far implodere il Movimento 5 stelle?
L’immigrazione rischia di fare da detonatore e di mettere in evidenza la distanza che il gruppo dirigente ha messo tra gli obiettivi originari del Movimento e la politica che invece si attua. Inoltre questa distanza non è stata nemmeno attenuata da un’azione di dialogo interno. Il decreto sicurezza, come ha detto in maniera chiarissima il senatore Matteo Mantero, è incostituzionale e stupido. Credo che chi fa parte del gruppo parlamentare non possa continuare nella propria indifferenza. Ognuno deve prendersi la responsabilità di valutare e immaginare le conseguenze delle sue azioni. E naturalmente anche le conseguenze della propria inerzia e indifferenza.

Ci sono altri parlamentari 5 stelle che potrebbero lasciare il Movimento?
Assolutamente sì perché, oltre all’immigrazione, un altro elemento di grande divisione rispetto al governo è la questione importantissima delle autonomie, che rischia di innescare vere e proprie forze disgregatrici. Si mina l’integrità dello Stato e un principio fondamentale che tiene unito il Paese che è quello della solidarietà. Si tratta di un’altra questione fondamentale per il Movimento della quale però finora non si è discusso. Temo che anche questa a febbraio possa essere calata dall’alto. Ma il Movimento non potrà seguire la Lega su questa strada.