All’indomani della manifestazione notturna che ha portato migliaia di persone a sfilare per le strade di Figline Valdarno dietro allo striscione della Rsu della Bekaert, già si organizzano nuove iniziative di protesta contro la progettata chiusura della fabbrica. “Mercoledì 4 luglio a Firenze è previsto l’incontro formale in Confindustria – avvisa Daniele Calosi della Fiom Cgil – e quel giorno saremo in presidio in piazza della Repubblica, davanti al palazzo degli industriali. In parallelo ci sarà uno sciopero di quattro ore dei lavoratori metalmeccanici dell’intera provincia”.
Quella del 4 luglio sarà la prima occasione per incontrare faccia a faccia il management della multinazionale belga, che una settimana fa ha inviato 318 lettere di licenziamento e annunciato per settembre la chiusura dello stabilimento, specializzato nella produzione del filo d’acciaio per lo scheletro dei pneumatici. Al ministero dello Sviluppo economico, dove nei giorni scorsi doveva esserci una prima presa di contatto, Bekaert non si era presentata. E anche il governo aveva disertato un appuntamento a cui invece lavoratori, sindacati e le stesse istituzioni tenevano parecchio, vista la delicatezza di una situazione che riguarda 318 addetti diretti e un centinaio dell’indotto.
“Ieri a Figline c’è stata una partecipazione emotiva commovente – racconta Calosi, che guida la Fiom fiorentina – per loro la Pirelli, così come continuano a chiamarla, rappresenta la storia industriale della città e dell’intero Valdarno fiorentino. Invece Bekaert vuole chiudere e far lavorare fino alla saturazione degli impianti i suoi due stabilimenti in Slovacchia e Romania. Ci hanno detto chiaro e tondo che lo fanno per risparmiare sul costo del lavoro. Ma è un meccanismo di dumping salariale interno all’Unione europea”.
Al Mise per giovedì 5 luglio è stato fissato un nuovo incontro fra azienda e rappresentanti sindacali. Alla manifestazione di Figline il presidente toscano Enrico Rossi ha chiesto pubblicamente, dal palco, che questa volta sia presente un rappresentante del governo e non solo dei “tecnici”. “Si faccia pressione sul governo belga perché intervenga – ha detto Rossi – ma ci sia anche la Pirelli, che nel 2013 ha messo in vendita lo stabilimento e consegnato di fatto a Bekaert le chiavi del monopolio della produzione dello steel-cord. In cambio, raccontano lavoratori e sindacati, di uno sconto sul prodotto, che sarebbe tra le cause delle perdite degli ultimi due anni della fabbrica. Già allora qualcuno aveva annusato il pericolo. Per la Pirelli, quello di Figline era lo stabilimento della ricerca e sviluppo. La Bekaert invece il suo cervello l’aveva già”.