Con Mirafiori in perenne stand-by, gli unici a lavorare – all’interno del nuovo polo del lusso torinese – sono gli operai della Maserati di Grugliasco. Ma, dopo oltre un anno dal loro rientro, cosa ne pensano dei ritmi produttivi, delle condizioni di lavoro e della democrazia interna in casa Fiat? La Fiom ha lanciato un’indagine a cui hanno risposto 476 tute blu (su 2mila questionari diffusi e raccolti nell’arco di 24 ore). Emergono spunti da non sottovalutare: l’82,5% non ha percepito vantaggi dal contratto specifico Fiat; il 68,5% non si sente rappresentato dai nuovi delegati (Rsa); ben il 96,4% vorrebbe votazioni aperte a tutte le sigle sindacali. Rispetto agli attuali ritmi di lavoro, per il 35% non sono accettabili, il 34,6% li considera molto intensi e il 22% intensi. Il 90,9% ritiene che si debba inserire una procedura che consenta al delegato sindacale di intervenire tempestivamente per risolvere eventuali problemi sui carichi di lavoro. Il 57% dei questionari sono stati corredati da commenti e osservazioni. «Un ottimo risultato» dice la Fiom.

Le vendite (112 nuove unità immatricolate in Italia a maggio) e i volumi di Maserati aumentano, potrebbe aumentare anche la qualità del lavoro, invece, «è da mesi che – come spiegano Federico Bellono, segretario provinciale, ed Edi Lazzi, responsabile della Lega di Collegno – chiediamo all’azienda di strutturare la produzione su 15 turni settimanali, con l’inserimento del terzo turno dal lunedì al venerdì, anziché su dodici, con due turni dal lunedì al sabato: i tre turni permetterebbero un più ampio assorbimento dei lavoratori in cassa integrazione di Mirafiori e diminuirebbero i disagi di chi già è dentro». A Grugliasco, l’insofferenza per i carichi di lavoro è alta e nasconde – come implicitamente rilevato dall’indagine della Fiom – molte delle contraddizioni del contratto specifico che da Pomigliano in poi è stato esteso a tutti gli stabilimenti del Lingotto. Come la difficoltà per la mancanza di «una rappresentanza vera».

Ieri, doveva esserci sciopero e assemblea indetti dai sindacati del Sì (Fim, Uilm, Uglm; Fismic non era d’accordo), ma sono stati revocati. Sciopero e dell’assemblea indetti per oggi dagli altri sindacati. L’intesa sulle ferie sembra ottenuta: «Ma – aggiunge Bellono, Fiom – non si sa nemmeno con quale soluzione e, poi, quello è solo l’ultimo, in ordine temporale, dei problemi che vivono i lavoratori alla Maserati, riguardanti, soprattutto, i carichi di lavoro e la sicurezza. Le risposte date dal Lingotto sono tuttora insufficienti, ma gli altri sindacati non battono ciglio sulla scelta dell’azienda di implementare da settembre i 12 turni, peggiorando le condizioni di lavoro. Sono decisioni basate solo su una logica di risparmio, nemmeno compensate da un aumento contrattuale».

La Fiom ha indetto un’ora di sciopero per lunedì 16 giugno con assemblea davanti ai cancelli di corso Allamano, per discutere e confrontarsi con i lavoratori e «decidere insieme cosa fare». L’assemblea interna, chiesta dalla Fiom alle altre organizzazioni e all’azienda, è stata puntualmente negata. «Chiediamo – sottolineano i metalmeccanici della Cgil – che l’azienda apra un confronto vero su questi temi invece che imporre dall’alto soluzioni che non rispondono ai disagi dei lavoratori. Le vicende della Maserati non devono però far dimenticare quell’imbarazzante buco nero rappresentato dal futuro di Mirafiori». Che succede al gigante di Torino? Niente di nuovo, per ora. Gli spot vanno e vengono, come le nuvole. «Mirafiori è un po’ come la polvere da nascondere sotto il tappeto» afferma il segretario Bellono, che aggiunge: «Nonostante i roboanti annunci, non è ancora partito alcun investimento: se i lavori per l’allestimento delle nuove linee non dovessero partire nel giro di pochi giorni sarà quasi impossibile che un qualsiasi nuovo modello esca da quella fabbrica entro il 2015».