A bordo della Open Arms rimangono ormai soltanto i membri dell’equipaggio. Sono in attesa di disposizioni sul probabile periodo di isolamento che dovranno trascorrere nelle acque del porto di Trapani. Nel primo pomeriggio di ieri i 255 naufraghi che erano ancora sul ponte sono stati trasferiti sulle navi quarantena: sulla Diciotti della Guardia costiera i 71 minori non accompagnati; sulla Adriatica della compagnia Snav i 184 adulti. Altre 10 persone erano state evacuate precedentemente. Si è conclusa così la missione 78 della Ong: 265 persone salvate in tre interventi tra il 10 e l’11 novembre; un naufragio avvenuto davanti agli occhi durante la seconda operazione; cinque corpi senza vita recuperati dall’acqua; la morte di Youssef, a soli sei mesi, tra le braccia dei soccorritori.

Su questo episodio la procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro ignoti. La coordinano il procuratore Luigi Patronaggio e il suo vice Salvatore Vella. Due le ipotesi di reato: naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Da accertare anche gli eventuali ritardi nei soccorsi dopo la richiesta di aiuto di Open Arms.

Ieri è stata anche giornata di polemiche tra l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne Frontex e Medici senza frontiere (Msf). Il casus belli è un tweet pubblicato venerdì in cui Frontex rivendica il suo ruolo di monitoraggio nel Mediterraneo attraverso gli aerei che poi avvisano i centri di coordinamento per il soccorso. «102 persone sono state salvate dalla guardia costiera libica», ha scritto l’agenzia europea. Per Msf si tratta dell’ennesima ammissione dei contatti tra Frontex e i libici. Il fenomeno è stato denunciato da inchieste giornalistiche e Ong, che lo definiscono «respingimenti per procura».

Non potendo deportare i rifugiati in Libia in virtù delle convenzioni internazionali, gli europei coordinano dall’alto le operazioni di cattura della cosiddetta «guardia costiera» di Tripoli. E non comunicano invece con le imbarcazioni civili. «Quante barche avete visto senza segnalarle alle Ong che avrebbero potuto salvarle? – ha risposto Msf – Cosa accade alle persone che la Guardia costiera libica cattura e riporta in Libia grazie al vostro aiuto?». Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dall’inizio dell’anno sono morte in mare 900 persone. Altre 11mila sono state riportate a Tripoli con la forza.

A fronte della «drammatica escalation di stragi di migranti» il senatore Pd Francesco Verducci ha presentato insieme ad altri colleghi un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per capire perché le navi umanitarie (Alan Kurdi, Sea Watch 3, Sea Watch 4, Mare Jonio, Ocean Viking) sono bloccate in porto. «È pazzesco che un comportamento doveroso come il salvataggio di vite umane in mare possa essere sanzionato come un comportamento illecito», afferma Verducci. Nel frattempo Alarm Phone lanciava un nuovo allarme: 80 persone su una barca in difficoltà partita dalla Libia. Non sono arrivate ulteriori notizie.