La pandemia non ci salverà dagli effetti negativi del cambiamento climatico. La riduzione delle emissioni legata al lockdown è un evento estemporaneo e non può nulla contro la concentrazione della Co2 in atmosfera, che nel 2019 ha superato il limite di 410 parti per milione e nel 2020 ha continuato a crescere, secondo l’ultimo Greenhouse Gas Bulletin diffuso ieri dalla World Meteorological Organization (Wmo), l’agenzia Onu che si occupa di clima.

La soglia di sicurezza da non superare era fissata a 350 ppm. «Il Covid-19 non è una soluzione ai cambiamenti climatici» ha sottolineato Petteri Taalas, segretario generale della Wmo.

Nel 2020 le emissioni di Co2 sono in discesa anche in Italia, e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) spiega che ciò è legato alle «restrizioni alla mobilità dovute al Covid-19 su tutto il territorio nazionale» stimando una contrazione del 9,2% delle emissioni rispetto al 2019. «Tale riduzione comunque non contribuisce alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici, che ha invece necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo» avverte l’Ispra.