Fanno il giro del mondo le immagini dei profughi che premono contro la frontiera ungherese e dei poliziotti di Budapest che rispondono con lacrimogeni e cannoni ad acqua. «Sono scioccato. E’ gente che scappa da guerre e persecuzioni e deve essere trattata con dignità umana», ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sollecitando gli Stati «ad assumersi le proprie responsabilità». Parole dure anche da Bruxelles. Incapace di imporre ai paesi dell’est l’accoglienza dei profughi – a partire proprio dall’Ungheria – l’Ue almeno condanna l’uso della forza. «La difesa violenta dei confini è contro i valori dell’Ue», ha detto il commissario all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos. «Dobbiamo proteggere la libertà di movimento all’interno della Ue e proteggere le nostre frontiere », ma la sequenza di Stati che hanno deciso di ripristinare i controlli ai confini spaventati dal flusso di migranti per Avramopoulos «non è la fine di Schengen. Schengen esiste è un grande successo e lo difenderemo». Peccato che mentre Avramopoulos difendeva a Bruxelles uno dei valori fondativi dell’Unione europea, a Parigi Manuel Valls affermava esattamente l’opposto. «La Francia non esiterà a ristabilire temporaneamente il controllo delle frontiere», ha assicurato infatti il premier all’assemblea nazionale.
Tutto per fermare migliaia di uomini, donne e bambini che solo fuggendo stanno mettendo in crisi l’Unione europea. Un’Unione che cerca disperatamente di ritrovare un minimo di dignità politica annunciando sempre nuovi vertici, L’ultimo, voluto per trovare rimedio al fallimento del summit dei ministri degli Interni, si terrà martedì prossimo e sempre Avramopoulos lo ha definito «cruciale». Niente di più vero visto come stanno andando le cose. Ed è davvero difficile immaginare cosa potrebbe sucedere in caso di un nuovo fallimento. Forse anche per questo la cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata a sollecitare un vertice straordinario che si occupi dell’emergenza profughi, ma anche dei rimpatri dei migranti economici. Punto quest’ultimo che riguarda l’avvio degli hotspot sui quali sembra esistere un giallo. Ieri la portavoce della commissione europea ha dato per scontato il loro avvio in Italia, ma la notizia è stata smentita in serata dal ministro degli Interni Alfano secondo il quale prima deve partire il ricollocamento in Europa di 24 mila profughi siriani ed eritrei. Anche su questo tema ognuno continua a da andare per conto suo.