«L’attuale emergenza sanitaria richiede con urgenza strategie di breve termine per accelerare la produzione e distribuzione di test, farmaci, vaccini contro il Covid-19, ma servono altresì riforme di carattere strutturale dei sistemi sanitari a livello globale». Sono le parole di Stefania Burbo, coordinarice del Network Italiano Salute Globale e Civil 20, che ieri ha presentato il report «La salute globale oltre l’emergenza» in un evento online. «È necessario – ha proseguito Burbo – porre attenzione alle persone colpite in maniera sproporzionata dalla pandemia, che ha acuito condizioni di discriminazione e vulnerabilità preesistenti, come nel caso di donne e ragazze, gruppi vulnerabili, comunità emarginate», da porre «al centro delle risposte sanitarie globali come soggetti attivi nel processo politico».

Il Network Salute Globale unisce Ong come Aidos, Amref Health Africa, Medicus Mundi Italia e World Friends, attive in campo internazionale per garantire il diritto alla salute indipendentemente dalla latitudine e dalle disparità di reddito. Promuovere questo diritto – si legge nel report – vuol dire anche garantire l’accesso al cibo, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e fondamentale diventa anche la salute dell’ambiente e del pianeta che abitiamo». La salute dell’umanità, dunque, non dipende solo dal tenore di vita e dalle medicine, ma anche da quanto sta bene il pianeta. «Il concetto di One Health racchiude tutto questo in modo operativo. Si fonda sulla necessità di cambiamento del modello di produzione e consumo per favorire atteggiamenti, azioni e forme di partecipazione attiva per ottenere una gestione più sostenibile delle risorse naturali del pianeta».

Le conclusioni del Network Salute Globale però contengono anche consigli utili al governo, che nel «recovery plan» intende progettare la sanità di domani. «È importante riconoscere che la pandemia non è la grande causa della crisi in cui imperversa la sanità globale», scrivono i ricercatori. «Piuttosto, questa ha portato alla luce, in modo violento e drammatico, debolezze e carenze, in termini di investimenti e scelte politiche, che caratterizzano da decenni i sistemi sanitari a livello globale».

Tra le raccomandazioni rivolte ai leader del G20, il destinatario ideale del rapporto, si pone l’accento sul coinvolgimento di donne e ragazze come «agenti di cambiamento» a cui garantire anche l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva. E si sottolinea la necessità che il G20 sostenga la proposta di India e Sudafrica per una moratoria di tutti i diritti di proprietà intellettuale su vaccini, farmaci e test diagnostici utili per lottare contro la pandemia.