Qui è uno tra i gruppi più folli e divertenti della nuova scena punk-noise statunitense. Matt Cronk e Paul Christensen, rispettivamente chitarrista e batterista (cantano entrambi), suonano assieme fin da adolescenti. Uno appassionato di jazz, l’altro cresciuto con il punk, nella loro musica mescolano generi e influenze, lasciando un grande spazio al gioco, sperimentando in totale libertà, senza mai prendersi troppo sul serio. «Anche il nostro nome nasce per scherzo» spiega Paul, «noi due siamo migliori amici dai tempi del liceo e molti ci prendevano in giro dicendo che fossimo una coppia gay. Abbiamo pensato fosse divertente giocarci sopra, e abbiamo scelto di chiamarci qui, che è un suono un po’ non-sense, ma che nel Minnesota, da dove veniamo, è un termine in slang per indicare un uomo effeminato».

Il duo durante un recente tour europeo ha toccato anche l’Italia, con una manciata di show eccezionali merito anche di un ospite straordinario: Trevor Dunn. Bassista e contrabbassista, fondatore assieme a Mike Patton dei Mr. Bungle (i Qui devono moltissimo a questa band), attivo con John Zorn, Fantomas, Tomahawk. I due, che da tempo vivono a Los Angeles, sono entrati in contatto con Dunn grazie a Toshi Kasai, storico produttore dei Melvins che li ha seguiti nelle registrazioni degli ultimi lavori. «Suonare con un artista con le credenziali di Trevor può intimidire un po’ all’inizio. Ma lui è un ragazzo incredibilmente disponibile e alla mano. Abbiamo registrato un album assieme, e all’annuncio dell’uscita in molti ci hanno chiesto di vederci live con questa formazione. Dunque abbiamo fatto i primi cinque concerti negli Stati uniti, e poi un tour in Europa. Di sicuro questa è una collaborazione che consideriamo in corso, lavoreremo ancora». I Qui sono sempre stati molto aperti a collaboratori e innesti. Per un paio d’anni la band si è trasformata in trio, con l’ingresso in formazione di David Yow, storico frontman di Scratch Acid e Jesus Lizard, con cui è stato inciso Love’s miracle del 2007.

Qui w/Trevor Dunn, pubblicato nel 2017 a fine giugno da Joyful Noise, è l’ultimo lp della band (il quarto), in cui i tre si intendono alla perfezione, riuscendo a suonare stortissimi eppure raffinati, con una grande tecnica al servizio di brani che cambiano in continuazione, con quell’attitudine cazzona baciata dal sole della California (e la cover di Ashtray heart di Captain Beefheart suona come evidente dichiarazione d’intenti). Il pezzo di apertura, a proposito di non-sense, si chiama Buon giorno Nicolò.Anche se gli album ufficiali non sono molti, i Qui sono sempre stati molto prolifici arrivando nel 2017 a sei pubblicazioni. Tra queste spicca il disco in compagnia degli Ultrakelvin, trio punk-noise padovano, che i Qui hanno conosciuto a un festival all’inizio dell’anno.

Scoprendo che la band aveva anche un’etichetta, si sono subito proposti per una collaborazione. Il vinile è stato infatti pubblicato per MacinaDischi (co-prodotto dalla polacca Antena Krzyku). Se gli Ultrakelvin presentano sei pezzi veloci e pestatissimi, una botta di energia che li rende esplosivi dal vivo, il brano suonato dai Qui in questo split è un inno alla totale libertà compositiva, una suite da una ventina di minuti. «Il nostro approccio è sicuramente punk, del resto è così che siamo cresciuti» spiega Matt, «ma siamo riusciti a integrare tanti stimoli diversi, spesso anche assurdi, o inaspettati».