Adesso tutto è nelle mani della presidente del Senato. Spetta infatti a Elisabetta Casellati sbloccare l’ennesima situazione di stallo nella quale è finito il ddl Zan contro omofobia e transfobia dopo la decisione del presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, il leghista Andrea Ostellari di accorpare al testo che punisce i reati di odio con altri quattro analoghi già presentati. Un tecnicismo previsto dall’articolo 51 del regolamento del Senato e al quale Ostellari ieri, a sorpresa, ha fatto riferimento durante la riunione dell’ufficio di presidenza che avrebbe dovuto calendarizzare, come richiesto da Pd, LeU, M5S, Iv e Autonomie, il ddl approvato il 4 novembre scorso dalla Camera. Adesso Casellati deve assegnare le nuove norme alla Commissione, permettendo così di poter proseguire con i lavori. «Quante polemiche inutili e quanti commenti in questi giorni, bastava studiare», ha commentato Ostellari, senza però spiegare perché non si è proceduto prima con la richiesta di accorpamento dei nuovi ddl.

La speranza adesso è che Casellati assegni subito i quattro provvedimenti alla Commissione, permettendo così la prosecuzione dei lavori. Il che potrebbe avvenire già la prossima settimana come tra un mese o oltre, visto che non esistono limiti di tempo. «Ci aspettiamo che la presidente del Senato risponda rapidamente alla richiesta del presidente Ostellari. I diritti non possono aspettare e ogni battaglia di retroguardia rischia di essere controproducente per chi la fa», si è augurato il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5S).

La decisione di accorpare più disegni di legge è l’ultima mossa della Lega per provare a bloccare la legge contro l’omofobia. Il Carroccio, insieme a Fratelli d’Italia e a una parte di Forza Italia sta infatti conducendo da tempo una battaglia contro il provvedimento sostenendo che limiti la libertà di pensiero. La decisione di ieri, tra l’altro curiosamente presa dall’ufficio di presidenza all’unanimità, fa slittare ancora una volta l’esame della legge: «Mi auguro che dietro questa richiesta non ci sia l’ennesimo tentativo dilatorio verso un testo che, come è noto, gode del sostegno della maggioranza» ha commentato il dem Alessandro Zan, relatore del provvedimento alla Camera. «Ostellari ha esaurito tutti gli alibi. Se si tratta esclusivamente di risolvere un problema tecnico, la prossima settimana si dovrà dare il via libera ai lavori». «Non mi pare ci siano più scuse dopo questo passaggio», gli ha fatto eco il vicepresidente del gruppo Pd, Franco Mirabelli, sicuro anche lui che si possa arrivare a una nuova riunione dell’ufficio di presidenza già la prossima settimana.

Da parte sua il centrodestra continua a promettere battaglia assicurando che farà di tutto per evitare la calendarizzazione del ddl, sostenendo che la legge già punisce gli atti di violenza: «La durezza con cui devono essere puniti questi atti – attacca però Matteo Salvini – non può e non deve essere messa in conflitto con la libertà di pensiero e di agenda politica su temi etici fondamentali».