E’ stata battezzata «clausola salva idee» e potrebbe rappresentare la strada, seppure molto stretta, attraverso la quale alla Camera si riuscirebbe ad arrivare all’approvazione della legge contro l’omotransfobia, con in più il risultato di spaccare il centrodestra. E’ contenuta praticamente in maniera identica negli emendamenti presentati ieri in commissione Giustizia di Montecitorio, dove si trova il testo, da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Pd e Italia Viva ed esclude che possa essere considerata reato «la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio e alla violenza».

Un di più, visto che il testo messo a punto dal relatore, il dem Alessandro Zan, non mira a sanzionare la propaganda ma solo gli atti violenti. O meglio «un esercizio di equilibrio», come lo definisce nel pomeriggio un parlamentare del Pd. Si perché se Lega e FdI puntano a bloccare la legge, per tutti gli altri l’emendamento rappresenta un tentativo di procedere con la discussione senza rinnegare il testo e «riuscendo al tempo stesso – spiega ancora il deputato dem – a dare una risposta ai dubbi di chi, onestamente e non in maniera strumentale, è preoccupato che non vengano colpite le opinioni». Inserendo tra questi anche i parlamentari cattolici del Pd. Senza contare che nel caso l’emendamento come è probabile dovesse passare, Forza Italia potrebbe votare a favore della legge rompendo così ancora una volta il fronte delle opposizioni.

Oggi la commissione Giustizia comincerà a votare gli emendamenti. Dagli oltre mille si è passati a poco più di 200 dopo che la presidente Francesca Businarolo ha deciso il loro contingentamento e chiesto a tutti i partiti di presentarne non più di cinque per ognuno dei nove articoli della legge. Numero salito a dieci dopo una discussione con le opposizioni. La maggior parte delle richieste di modifica arrivano dalla Lega (493) e da FdI (482) contro i 7 emendamenti di Italia Viva, i 14 del gruppo Misto, i 4 del Pd e i 17 di Forza Italia. «E’ importante fare il possibile per rispettare i tempi stabiliti dalla conferenza dei capigruppo e dunque dare il mandato al relatore per il 27 luglio», ha spiegato la capogruppo del M5S in commissione, Carla Giuliano. «Spero che non emergano problemi all’interno delle altre forze di maggioranza, non ce li aspettiamo, nonostante alcuni emendamenti depositati. Il testo Zan a nostro parere è equilibrato».

La strada resta comunque in salita. Nonostante le aperture dimostrare nei confronti della legge, Forza Italia chiede che venga cancellato l’articolo che istituisce la Giornata nazionale contro l’Omofobia, mentre spunta anche una fronda di cinque deputati contrari alla legge.

Tutti motivi di preoccupazione per un movimento lgbt che da 24 anni (il primo disegno di legge fu presentato nel 1996 da Nichi Vendola) attende delle norme che lo tutelino. E che ora, temendo l’ennesimo affossamento, lancia una campagna sostenuta da numerose associazioni per arrivare all’approvazione del testo Zan «senza stralci o compromessi». «L’ultima ricerca dell’Agenzia europei dei diritti fondamentali sulle persone lgbt+ in Italia – si legge nell’appello che lancia l’iniziativa – evidenzia che il 62% di loro evita di prendere per mano la persona amata e il 30% non frequenta alcuni luoghi per paura di subire aggressioni. Dopo tanti fallimenti nell’approvare leggi su questi temi – è la conclusione – è ora che l’Italia faccia la sua parte nel contrasto a discriminazioni e violenze fondate su sesso, genere orientamento sessuale e identità di genere».