Anche in Toscana omicron galoppa, dai 662 casi di positività del 14 dicembre siamo arrivati ai 4.453 di ieri. Riaprono reparti covid, la pressione sugli ospedali aumenta, e va spesso in tilt il portale “Prenotatampone” della Regione, dove si affollano le richieste di chi, dopo un test antigenico rapido risultato positivo, cerca di prenotare un tampone molecolare: lunedì le richieste di tamponi sono state circa 61mila, a fronte di una disponibilità di test di 8/9mila.
Ieri è arrivata una nuova ordinanza emessa da Eugenio Giani: “Nel caso di positività del tampone antigenico rapido – fa sapere il presidente toscano – non si dovrà ricorrere alla successiva verifica col tampone molecolare. Questo ridurrà drasticamente il numero di test richiesti, oltre a semplificare alcuni passaggi burocratici, legati per esempio al lavoro”. Inoltre è stata creata una sorta di “sala d’attesa” per prenotare i tamponi molecolari.
In Toscana omicron adesso rappresenta oltre il 70% dei nuovi contagi. Visti i numeri, avvertono dagli uffici regionali, il tracciamento è praticamente saltato, e questo si ripercuote nell’attività delle tre grandi aziende sanitarie. “La situazione è sotto controllo – prova a tranquillizzare Renzo Berti del Dipartimento prevenzione Asl Toscana Centro – ma la pressione sugli ospedali è crescente. E c’è una riduzione del personale a causa delle quarantene”.
Da Berti poi l’ammissione di una difficoltà gestionale: “Il modello attuale è inadeguato perché calibrato su una situazione pandemica diversa da quella attuale, per qualità e quantità: nel 2020 avevamo numeri più bassi e casistica più grave”. Anche i laboratori soffrono, avverte la Asl Toscana Nord-Ovest, “per la sempre maggiore difficoltà di analizzare in tempi rapidi il grande numero di tamponi che stanno saturando la capacità di produzione dei macchinari, con il conseguente aumento dei giorni necessari per la refertazione, e la diminuzione dei reagenti”.
Pietro Dattolo, presidente fiorentino dell’Ordine dei Medici e in forza all’ospedale di Santa Maria Annunziata, spiega che nel policlinico “abbiamo personale che, anche con la terza dose, deve fare sette giorni di quarantena perché magari ha un familiare positivo, e quindi abbiamo diversi infermieri e qualche medico a casa”. Il sindacato degli infermieri Nursind è più netto e allarmante: “Negli ospedali stanno riaprendo i reparti Covid, e tra i colleghi sospesi perché non vaccinati, i positivi, e le carenze organiche strutturali, emerge una carenza di personale evidente”.
Sono dati di fatto su cui punta il dito Sinistra Italiana toscana: “Il problema non sono solo i controlli e i tracciamenti, ma l’intero sistema sanitario che non è in grado di affrontare la nuova ondata perché mancano medici, infermieri e il resto del personale, a partire da quello per i tracciamenti. La giunta Giani non ha fatto tesoro del dramma dello scorso anno e, nonostante le nostre richieste di rafforzare il sistema investendo e non tagliando, tutto è tornato come prima”.