È stata la sentenza più attesa nella storia della Slovacchia. Giovedì 3 settembre il tribunale di Pezinky, cittadina vicina a Bratislava, verdetto di primo grado per l’omicidio del giornalista Jan Kuciak e della sua fidanzata Martina Kusnirova avvenuto nel febbraio del 2018.

Il processo ha riguardato i presunti mandanti dell’omicidio. Secondo la procura a ordinare l’assassinio del giovane giornalista è stato l’imprenditore Marian Kocner. Kocner è uno dei cosiddetti “imprenditori politici” ossia un affarista con forti entrature nella politica. Jan Kuciak aveva dedicato diverse inchieste alle presunte frodi sull’Iva nelle transazioni immobiliari effettuate da Kocner. L’imprenditore, che ha minacciato diverse volte il giornalista al telefono, è stato lungo vicino al partito Smer, per oltre un decennio la principale formazione politica in Slovacchia, e all’ex premier Robert Fico. «Kocner è stato a lungo un intoccabile» ha commentato la direttrice della rubrica Interni del giornale Pravda. Kocner avrebbe ordinato l’omicidio tramite l’interprete Alena Zsuzsova, che avrebbe poi commissionato il delitto a un gruppo di tre uomini.

I due principali sospettati di essere i mandanti dell’omicidio, Kocner e Zsuzsova, sono stati prosciolti dall’accusa per mancanza di prove dirette. Secondo la presidente del collegio giudicante, la giudice Ruzena Sabova, è prevalsa nel giudizio della corte  la regola del dubbio pro reo. Secondo i media slovacchi, all’interno del collegio giudicante ci sarebbe stata una spaccatura con il voto contrario alla condanna dei due giudici a latere, mentre la presidente sarebbe stata favorevole. Che la sentenza della condanna non fosse scontata, lo si era capito già a inizio agosto, quando è stata rimandata la c’è stato un rinvio. La procura, in modo del tutto straordinario, aveva chiesto di presentare nuove prove contro gli imputati. Sono già stati condannati in un altro processo i due autori materiali dell’omicidio, che si sono accusati a vicenda. Unico a ricevere una condanna nel processo di ieri è stato un altro degli organizzatori materiali dell’omicidio a causa di un diverso fatto di sangue.

La sentenza ha provocato forte amarezza nei genitori dei due assassinati, che hanno già annunciato il ricorso alla Corte Suprema. Sgomento e stupore è stato espresso anche dai vertici della politica slovacca, il premier Igor Matovicla presidente Zuzana  Caputova. «La sentenza mi ha scioccato e bisognerà conoscerne le motivazioni» ha dichiarato la presidente. Sia Matovic che la Caputova hanno scalato i vertici del potere slovacca sull’onda delle proteste e della commozione suscitata dall’omicidio a scapito del partito Smer e dell’allora premier Fico accusato di aver fatto della Slovacchia uno stato malavitoso. L’accusa era stata rafforzata dalla prima pista delle indagini, l’ipotesi che a commettere l’omicidio dei due giovani fosse stato il ramo slovacco della calabrese ‘ndrangheta. Una pista poi sfumata nel nulla.