Roberto Pirrone non ha sparato al primo uomo che ha incontrato in strada: uscito di casa con in tasca la pistola, ha camminato per circa un chilometro in una zona densamente abitata fino ad arrivare al ponte Vespucci, dove ha fatto fuoco per sei volte contro Idy Diène, colpendolo una prima volta, e poi finendolo con un colpo di grazia alla testa. “Credo che sia stato un omicidio premeditato”, aveva subito tirato le somme Mame Diarra Fam, deputata senegalese arrivata in città dopo l’omicidio.
Quanto al razzismo, gli investigatori che lo hanno ascoltato, e che non hanno notato alcun segno di pentimento, partono dal dato di fatto che Pirrone non può non aver incrociato svariate persone nel suo cammino. E, lavorando per verificare ogni parte della sua verità (dal desiderio di suicidarsi all’ “ammazzo il primo vecchio che incontro, così me ne vado in carcere”), stanno anche analizzando i filmati delle telecamere presenti in zona. Dalle quali, con tutta probabilità, la versione del “primo vecchio che capita” sarà spazzata via.
Intervistata da alcuni quotidiani e ieri dal telegiornale regionale della Rai, la moglie della vittima, Rokhaya Kene Mbengue ha fatto una domanda cui andrà data risposta: “Tocca sempre ai senegalesi. Perché? Ora io ho paura anche a camminare da sola per strada”. Rokhaya era stata moglie anche di Samb Modou, uno dei senegalesi trucidati nel dicembre 2011 dal suprematista di Casa Pound, Gianluca Casseri. “Prima è toccato al mio primo marito che mio figlio di 19 anni non ha mai potuto conoscere, ora è toccato a Idy. Questa non è vita, in questo momento vorrei morire”. Va da sé che, anche secondo lei, c’è stato un movente razzista alle origini dell’omicidio.
Nonostante i continui tentativi di allontanare la matrice razzista dell’omicidio, sabato pomeriggio (ore 15) dal ponte Vespucci partirà una manifestazione antirazzista. “Stiamo lavorando per organizzare sabato la manifestazione nazionale per Idy e contro il razzismo – ha raccontato all’agenzia Ansa il portavoce dell’associazione dei senegalesi, Mamadu Sall – vogliamo farla anche per non lasciare alcun spazio agli estremisti che ieri al presidio hanno rovinato tutto. Non c’entrano nulla con noi, vogliamo isolarli”.
Se per “estremisti” Sall ha inteso i (pochi) uomini di pelle bianca al presidio, può stare tranquillo: la polizia ha reso noto che, oltre al giovane che ha sputato addosso al sindaco Nardella, accusato di oltraggio e resistenza, altri due manifestanti (con la formula oggi di rito “dell’area antagonista e vicini ai centri sociali”) sono stati denunciati per resistenza, dopo essere intervenuti cercando di impedire agli agenti di fermare il responsabile dello sputo.
Se invece Sall si riferisce ai non pochi senegalesi che hanno inveito e dato qualche spinta a Nardella, e di cui il portavoce dell’associazione ha dato la patente di estremisti (“sono alcuni senegalesi che però non conosciamo e con i quali non abbiamo nulla a che spartire”), c’è da sottolineare la concomitanza fra le sue dichiarazioni, quelle di un’assessora senegalese al comune di Scandicci, e naturalmente quelle del sindaco Nardella.
L’erede di Matteo Renzi in Palazzo Vecchio ieri ha fatto il giro delle tv. Stando ben attento a non parlare mai di razzismo, ha invece puntato l’indice contro “gli estremisti” fiorentini: “In questa comunità si sono infiltrate frange estreme, pericolose, a cominciare dai centri sociali, da estremisti, da forze politiche di sinistra che hanno poco a che fare con la sinistra democratica, che hanno letteralmente strumentalizzato questo fatto grave”.
A seguire, in risposta alla (sacrosanta) richiesta di una giornata di lutto cittadino, fatta con una mozione dai gruppi consiliari di Firenze riparte a sinistra-Potere al Popolo, M5S, Mdp, Al, e dalla consigliera Cristina Scaletti (“una richiesta già avanzata dalla comunità senegalese”), Nardella ha glissato, proponendo invece “una cerimonia funebre con una preghiera interreligiosa”. La mozione, appoggiata anche dal gruppo regionale Toscana a Sinistra, è stata però “congelata” dal Pd. Unica concessione, un minuto di silenzio per Diène oggi a Palazzo Vecchio e alle Gallerie degli Uffizi. Nel giorno di lutto per il capitano viola Davide Astori.