Mettersi a «favore di vento», dice il documento politico approvato all’unanimità. Il vento che spira dalla Grecia, e anche dalla Spagna. Con il ricordo freschissimo della prova di democrazia celebrata nel referendum greco, e nel momento più critico dei negoziati in Europa. Di fronte all’eclissi delle socialdemocrazie, alla «sinistra che ha ammainato la bandiera rossa e alzato quella bianca della resa alle oligarchie finanziarie», Sinistra ecologia e libertà si rimette in gioco. Oltre Sel, per dare vita, con altre forze della sinistra frammentata e diffusa, spronando anche la minoranza dem, al nuovo soggetto unitario, mettendo tutti da parte «rancore e risentimento».

Non uno «scioglimento», sottolinea Nichi Vendola che apre e chiude l’assemblea nazionale «Senza frontiere» all’Acquario romano, ma un «investimento del nostro patrimonio». «Non ci sciogliamo, non muoriamo, ci mettiamo in cammino», ripete. E a chi, nel dibattito, pone l’accento sull’alternatività al Pd renziano, il presidente di Sel nelle conclusioni risponde: «Aleggia il fantasma del centrosinistra», ma «il centrosinistra è stato ucciso con la nascita del partito della nazione. Pensare al centrosinistra in Italia adesso sarebbe coltivare un’illusione». Anche se «il compromesso, le alleanze, la flessibilità tattica sono parte dell’agire politico», sottolinea, alludendo a Syriza ma anche dando una stoccata ai 5 Stelle.

Il nuovo soggetto per il quale «gli ex Pd hanno dato la disponibilità sarà decisamente alternativo al Pd di Renzi che su lavoro e scuola attua i programmi della destra», aveva detto in mattinata Stefano Fassina, ospite dell’assemblea insieme al segretario del Prc Paolo Ferrero e all’ex M5S Francesco Campanella (assente giustificato Pippo Civati). E Ferrero sostiene: «La sinistra prima era divisa su Bersani, la divisione c’è sempre e solo stata sul rapporto con il centrosinistra, oggi su Renzi c’è un giudizio unanime. Vendola diceva di entrare nel socialismo europeo, oggi Sel non si pone più questo problema». Problema che ha animato l’ultimo congresso.

Oggi, dice lo stesso Vendola, «la partita è riaperta in tutta Europa. E noi non possiamo non giocarla». L’appuntamento è per una convention in ottobre. Obiettivo, partecipare alle amministrative 2016 non con l’ennesimo «improvvisato cartello elettorale», dice ancora Vendola, perché «non faremo più partiti basati su una natura pattizia. Basta con un accrocchio di ceti politici per la sopravvivenza elettorale», ma il nuovo soggetto non dovrà essere nemmeno «il luogo dei reduci, dei custodi delle tombe». Ma una sinistra moderna e di governo. Nuovo nome, nuovo simbolo «che si decidono tutti insieme», sottolinea il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni, perché «nessuno pensa alla grande Sel, facciamo questo soggetto insieme, entro ottobre» (il 28 luglio ci sarà un incontro per preparare i gruppi unici). E «pensate se uno come me può sentirsi minacciato dalla discussione sulla leadership…», prosegue ancora Vendola.

Il presidente di Sel invita anche a confrontarsi «subito su una stagione referendaria per le questioni più importanti, sul terreno della scuola, del lavoro, dell’ambiente». Un punto, quello dei referendum, sul quale insiste Civati e che Fratoianni, dal palco, rilancia: «Siamo pronti ad essere parte attiva della campagna: facciamo i referendum ma con i corpi sociali, le loro idee e il loro coinvolgimento». Invitando a «una relazione forte», con la Coalizione sociale di Landini. Ma anche tra gli animatori del nuovo soggetto sui referendum c’è chi, come Fassina, suggerisce prudenza (Civati insiste: bisogna provare a raccogliere le firme entro settembre), per evitare il rischio che il nuovo soggetto esordisca con un buco nell’acqua. Sulla scuola si terrà oggi una riunione con i docenti contrari alla legge Giannini.
A sera, la curva renziana fa la sua articolata analisi: «Il Pd, con il governo Renzi cambia l’Italia. Sel cambia nome un’altra volta», è il tweet di Andrea Marcucci. E Vendola: «A Palazzo Chigi confezionano battute, poi le galline pavloviane della propaganda renziana le ripetono come filastrocche».