Già tre anni fa con l’ep Don’t mean a thing il duo siciliano di Troina formato da Luca Impellizzeri (testi, voce e chitarre) e Ivano Amata (chitarre, synth, drum machine) aveva catturato l’attenzione grazie a brani dalla scrittura sicura e originale che prendeva ispirazione dal blues per mescolarlo ad altri stili musicali. Il primo album – in tutto nove brani – asciutto e compatto non fa che confermare l’ottima impressione dell’esordio. Il pezzo di apertura è uno spiritual che mette subito chiaro gli intenti dichiarati della band: «Un disco che sviluppa un discorso di redenzione, di rinascita che racconta la resilienza dell’uomo di fronte alla luce». La luce oltre al buio, quindi, per un progetto, quasi un concept, che alterna momenti di consapevole calma a squarci esplosivi. C’è spazio anche per una digressione quasi dylaniana, A matter of Time, una canzone ispirata alla vita di Martin Luther King e un ritorno al gospel, con il falsetto inquieto e lancinante di Impellizzeri ad arrampicarsi sulle note in crescendo di Sometimes, bellissima e inquieta, con tanto di chitarre slide in bella mostra.