Un massacro dietro l’altro: in 48 ore sono oltre 100 i morti in Yemen. Ieri ad uccidere 10 civili sono stati i raid aerei della coalizione a guida saudita nella provincia sud di Lahj. E se domenica i morti in scontri tra governo e ribelli Houthi sono stati 41 e 9 i civili uccisi dalle bombe saudite in tutto il paese, ieri sono morte 45 persone in 7 attentati rivendicati dallo Stato Islamico contro checkpoint militari e caserme a Mukallah.

Non una città qualsiasi: fino a pochi mesi fa Mukallah, nella provincia sud-est di Hadramaut, era occupata e amministrata da al-Qaeda. Qui ha colpito il rivale Isis che ha approfittato di un anno di operazione contro gli Houthi per ampliarsi in Yemen.

Intanto in Kuwait la delegazione Houthi e quella governativa si apprestano a presentare una dichiarazione congiunta che sospende il dialogo fino a metà luglio. Pochi giorni fa i ribelli avevano minacciato di abbandonare il tavolo a causa delle precondizioni del governo alleato di Riyadh: l’esecutivo pretende l’abbandono delle armi e il ritiro dalle zone occupate prima di creare un governo di unità, mentre gli Houthi chiedono che avvengano in contemporanea.