Giovanni Malagò, il numero uno del Coni, tende una mano alla sindaca Virginia Raggi, offrendole la via di fuga olimpica per uscire dalla bufera che si è abbattuta sulla giunta capitolina. La candidatura di Roma per il 2024 infatti non è l’ultimo dei perni attorno a cui ruota la «tempesta perfetta», come l’ha definita l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, che scuote il governo pentastellato della Capitale.

«Senza l’ok del Comune mi sento assolutamente di escludere una nuova candidatura, non solo per il 2028 ma per molti quadrienni a seguire», è l’out out di Malagò che però annuncia per il prossimo 27 settembre la presentazione ufficiale della «prima mappatura completa del patrimonio sportivo della città». Nessuna scorciatoia, nessun intervento governativo per bypassare il parere comunale, nessun rinvio, dunque. Solo «strategia del rispetto», perché «non vogliamo scavalcare nessuno». Il presidente del Coni sente di poter aprire una breccia nel cuore grillino di Roma. Perciò insiste.

La sindaca Raggi – precisa Malagò – ha tutto il tempo di studiare bene un piano alternativo a quello proposto dal presidente del comitato olimpico Luca di Montezemolo, con il quale integrare il dossier da presentare al Cio. «La data del 7 ottobre non è una scadenza per l’impostazione del dossier – continua il presidente del Coni – mentre lo è quella del 3 febbraio, limite ultimo in cui bisogna avere tutte le carte in regola».

A Losanna, infatti, aspettano entro la prima settimana di ottobre solo una serie di firme di garanzia da parte del governo nazionale e degli enti locali. Ma «se decidiamo, per esempio, di fare le gare di scherma in un posto diverso da quello indicato dal dossier, possiamo tranquillamente modificare entro febbraio», suggerisce Malagò, rincuorato dall’apertura di Berdini che ancora ieri, ospite di Radio Anch’io, è tornato a spiegare la propria posizione. «Roma ha 13 miliardi e mezzo di deficit, è una città fallita – ha detto l’assessore all’Urbanistica – Ha piovuto tre giorni fa e non siamo stati in grado di affrontare l’emergenza. Perciò se c’è l’occasione di fare un progetto complessivo su Roma, credo sia doveroso farlo». «Ben vengano le Olimpiadi se queste sono lo strumento per finanziare un progetto urbanistico complessivo – sostiene Berdini – altrimenti troveremo altre fonti di finanziamento. L’importante è avere un’idea condivisa di Roma, che faccia ritornare la fiducia nei cittadini. È una città che ha subito Mafia Capitale, e che ha bisogno di una scossa».

Ed è proprio in questa chiave – «per sviluppare al meglio il piano infrastrutturale sportivo e di servizi del futuro» – che il Coni e il Comitato Roma 2024 hanno annunciato ieri la conclusione di un grande lavoro di censimento, mappatura e indagine sullo stato di conservazione degli oltre 2200 impianti sportivi di Roma, di cui mille pubblici, che permetterà di individuare, nelle promesse delle istituzioni sportive, «una serie di interventi mirati al recupero, alla ristrutturazione e alla messa a norma e valorizzazione dei vari siti».

È un red carpet per la realizzazione delle promesse pentastellate. Il 22 settembre prossimo Malagò avrà occasione di incontrare la sindaca Raggi alla presentazione del logo dei campionati di calcio Euro 2020. E spera di trovarla più disponibile. «Le situazioni si evolvono», dice ottimista. D’altronde anche Montezemolo può fare un passo indietro. E quel «solo a Tor Vergata» è ora diventato: «Il villaggio olimpico? Ma lo mettessero dove vogliono…».