Cinque consiglieri comunali in bilico, in gergo tecnico pantastellato «a rischio Ps. da Milano». Maura Paoli, Damiano Carretto, Maura Paoli, Viviana Ferrero e Marina Pollicino, come da regolamento del M5s potrebbero incorrere nel «Ps» – di solito le espulsioni nel M5s avvengono in calce a dei comunicati sui vari blog, come post scriptum appunto: la maggioranza del M5s a Torino crollerebbe, e anche il nascente governo subirebbe un duro colpo. Al centro dello scontro fra la sindaca Chiara Appendino e cinque consiglieri di maggioranza, le Olimpiadi del 2026: la nascita del governo Conte ha prodotto un’accelerazione verso la candidatura torinese, che di fatto azzera la discussione interna ed esterna, ovvero una delle condizioni poste dai consiglieri, che non apprezzano l’aggettivo «dissidenti» ma preferiscono «coerenti».

Il comunicato stampa con cui i cinque bocciano l’operato della sindaca usa toni lapidari: «Sulle Olimpiadi non ci siamo! Inaccettabile secondo noi il repentino cambio di passo che la Sindaca, all’indomani dell’intesa sul governo, pone sul tema. Il progetto che doveva arrivare a definire il predossier olimpico avrebbe dovuto essere molto più articolato, sviluppato da tecnici anche critici nei confronti dell’opera, sostenuto da fondi privati». L’idea originaria, anche della sindaca Appendino che in tempi recenti non esitava a dire «sulle Olimpiadi non bisogna essere ideologici, dobbiamo valutare se farle o meno», era di formare un tavolo tecnico a cui far partecipare anche coloro che reputano dannose le seconde olimpiadi torinesi.

«A poco più di un mese dalla data di presentazione al Coni e al Cio del documento – continuano i cinque – ci ritroviamo invece con un nulla di fatto. Poco male per chi, come noi, è sempre stato scettico sulla riproposizione della sbornia olimpica a Torino, ma che mette in difficoltà chi ha sempre sostenuto il progetto. Soltanto ora arriva la proposta, irricevibile dal nostro punto di vista, di far preparare in brevissimo tempo un dossier per valutare la fattibilità dell’opera, documento che a nostro avviso non sarebbe in grado di evidenziarne criticità perché realizzato in maniera frettolosa e senza il team di esperti che a nostro avviso era premessa indispensabile per un’analisi approfondita». I consiglieri di fatto accusano la sindaca di utilizzare le stesse modalità con cui è stato imposto il Tav in val Susa. Non a caso il movimento Notav sul tema Olimpiadi 2026 ha già espresso un parere duramente contrario: un’altra mina vagante sulla rotta del governo pentaleghista.

Solo ieri la sindaca aveva annunciato l’intenzione di affidare il predossier sui Torino 2026 ad Alberto Sasso, l’architetto individuato dal fondatore del Movimento 5stelle Beppe Grillo come il garante sui cinque cerchi: non è chiaro in base a quale principio meritocratico. Consulenza sostenuta dai comuni della Via Lattea, ovvero il comprensorio turistico dove sarebbero ospitate le gare del 2026.