Il banchetto è già apparecchiato, anche se «la più grande festa dello sport mai realizzata» rimane un auspicio per Roma 2024, nel migliore dei casi. Nel peggiore, solo uno spot del comitato promotore. Che ieri ha presentato il dossier per la candidatura olimpica dell’Italia – in viaggio nel frattempo verso Losanna – al Palazzo dei Congressi, con una accattivante kermesse alla quale erano presenti i ministri Alfano e Madia e salutata da un messaggio augurale del presidente Mattarella.

Il progetto che Roma mette sul tavolo del Cio in competizione con Parigi, Los Angeles e Budapest, illustrato dal presidente del comitato Luca di Montezemolo, dalla coordinatrice Diana Bianchedi e dal presidente del Coni Giovanni Malagò, costa «per gli impianti permanenti, 2,1 miliardi, spesi in particolare per il villaggio olimpico, il main press center, la cycling arena, il parco naturalistico, lo stadio Flaminio e le vele di Calatrava. A questi vanno aggiunti 3,2 miliardi per impianti temporanei e costi di gestione» coperti però – ha assicurato Montezemolo – dal contributo del Cio («un miliardo, nel caso peggiore»), dai biglietti venduti, merchandising e sponsor.

La «legacy», il «lascito» principale dei Giochi olimpici e paralimpici 2024 sarà innanzitutto «una formidabile accelerazione dell’economia: 0,4 la crescita del Pil prevista, 177 mila posti di lavoro complessivi, 2,9 miliardi di benefici economici». «Massima trasparenza, approccio low cost, condivisione, miglioramento della città e della mobilità», sono i 4 pilastri del progetto italiano. «Nemmeno un metro cubo di cemento in più», nelle 10 città italiane coinvolte.

Fuori dal Palazzo dei Congressi, i Radicali italiani raccolgono firme per il referendum. «Dal villaggio a Tor Vergata, la cui unica eredità (17 mila posti letto, ndr) sarà il beneficio per i costruttori, al lago artificiale a ridosso dell’aeroporto che è vietato realizzare per ovvie ragioni di sicurezza, è sconcertante la superficialità di comitato promotore e istituzioni – commenta il segretario di Radicali Italiani, Riccardo Magi – Non siamo contro le Olimpiadi, ma questa gestione è un compendio dei mali di Roma, per questo continuiamo a raccogliere le firme per il referendum che, come conferma il Cio nel questionario, c’è tutto il tempo di fare».