Una celebrazione dell’olfatto ma soprattutto un viaggio/incubo all’interno dell’animo umano. I sei episodi di Profumo (già rilasciati su Netflix) – ispirati al romanzo di Patrick Suskind da cui Tom Tykwer trasse nel 2006 il film- diretti da Phiipp Kadelbach e sceneggiati da Eva Kranenburg – si aprono con il brutale omicidio della pop star Katharina (Siri Nase), capelli rossi e incarnato angelico, ritrovata in una piscina: è stata strangolata e le sono stati rimossi capelli, peli pubici e ascellari. Ma se l’inizio fa pensare a un classico thriller, la vicenda e (l’ottimo) cast portano lo spettatore a indagare in tutt’altra direzione. Perché agli sceneggiatori interessa indagare soprattutto sul passato, sui disturbi e (spesso) sulle nefandezze dei protagonisti, tutti in qualche modo hanno scheletri nell’armadio che potrebbero ricollegarli all’omicidio, presto seguito da altre morti con le stesse modalità. E a questo punto le dinamiche del libro tornano – anche se non è più Parigi il milieu di riferimento ma la Renania, con i ripetuti riferimenti filosofici e i salti temporali che rivelano il passato oscuro dei protagonisti e del personaggio-chiave: la commissaria Nadja Simon (Friederike Becht) dall’intuito formidabile ma dal privato (una relazione malata con un giudice) complicato. Fino a un finale che lascia spazio a una possibile seconda stagione.